Green pass, circolare ai prefetti: massima allerta su strade, porti, aeroporti. Per evitare il blocco dell’Italia

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Forze dell’ordine allertate, fino a blindare l’Italia, nel giorno del Green pass obbligatorio per i lavoratori. Una circolare del Dipartimento di Pubblica Sicurezza a prefetti e questori fa salire l’attenzione. Alle autorità sul territorio si chiede per domani e per i giorni a venire la massima intensificazione dell’azione di controllo del territorio e di osservazione nei confronti di soggetti o gruppi ritenuti pericolosi per l’ordine pubblico. La circolare recita: «Nelle prossime ore potrebbero verificarsi iniziative contro il green pass davanti a ingressi aziendali e presso aeroporti, porti, punti di snodo stradale, autostradale e ferroviari, finalizzati a creare disagi con possibile intralcio alla regolarità dei servizi e delle attività produttive».

Preoccupazione per il blocco annunciato del porto di Trieste. Il prefetto avverte: «Sciopero non autorizzato, partecipare è reato». L’Autorità di garanzia chiede la revoca. Ma per i promotori la mobilitazione è legittima: «Pronti a discutere solo se il governo fa slittare il pass al 30 ottobre». Tornano in piazza a Roma i no vax, sit in autorizzato ma al Circo Massimo. Allarme infiltrati.

«Non si può escludere che il 15 ottobre sia il pretesto per un "ulteriore inasprimento dei toni della protesta, con azioni verso obiettivi esposti al rischio e con possibili episodi di contrapposizione tra gruppi aderenti a opposti estremismi», scrive il capo della Polizia, Lamberto Giannini, nella circolare in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo del green pass. A prefetti e questori si chiede, in un quadro di necessario rigore di mettere in campo dispositivi per garantire tutte le manifestazioni nel rispetto delle norme e delle prescrizioni, così da scongiurare turbative e assicurare il mantenimento dell’ordine pubblico.

Timori soprattutto per una possibile paralisi di alcuni comparti con conseguente caos per il trasporto delle merci. Il green pass riverserà sulla testa delle imprese di autotrasporto più di 70 milioni al giorno. E’ il calcolo di Trasportounito secondo cui i maggiori costi deriveranno dalla mancata produttività degli autisti che non saranno più impiegabili (e non sostituibili per carenza di personale). Secondo il segretario generale Maurizio Longo, "mancheranno all’appello circa 80.000 conducenti distribuiti su 98.000 imprese iscritte all’albo; ciò determinerà ritardi delle consegne, circa 320.000 ore/giorno in più rispetto allo standard giornaliero".

I lavoratori portuali di Trieste hanno fatto sapere che incroceranno le braccia. Uno sciopero che vede la contrarietà della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali che ha invitato la Federazione italiana sindacati intercategoriali e la Confederazione sindacati autonomi federati italiani a revocarlo dandone comunicazione entro cinque giorni. La stessa Commissione ha inviato una nota al Ministro dell’Interno in cui si esprime particolare preoccupazione in merito agli scioperi per il possibile verificarsi, alla luce del delicato contesto sociale, di gravi comportamenti illeciti.

Il Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste ha aderito allo sciopero dal 15 al 20 ottobre dei sindacati Fisi e Confsafi. Questa astensione dal lavoro, però, secondo lo stesso Clpt, non rientrerebbe tra gli scioperi dichiarati illegittimi dalla Commissione di garanzia sullo sciopero. «L’eventuale violazione della legge per l’osservazione dei servizi pubblici essenziali riguarda alcuni settori ma non quello dei portuali e non tutti dell’industria», ha fatto sapere Alessandro Volk, componente del direttivo del Clpt, aggiungendo di aver aderito anche allo sciopero di Al Cobas.

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Sandro Bennucci

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