La Fiorentina ci prova, il Napoli vince (1-2). Difesa di burro. Non basta Drago che para il rigore

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Vola a 21 punti, il Napoli, su sette partite. La Fiorentina prende gli elogi per l’approccio alla partita e anche per aver saputo andare in vantaggio con un gran gol di Martinez Quarta, ma non riesce a nascondere le fragilità della sua difesa. Imbarazzante: undici gol subìti in sette partite. E stasera il reparto arretrato ha commesso due errori fatali: prima lasciandosi sorprendere non solo dalla ripartenza di Osimhen che viene steso da Quarta in area, ma lasciando solo Lozano che segna dopo che Dragowski non solo para d’intuito il rigore di Insigne, ma interviene nuovamente sull’attaccante togliendfoli il pallone dalla testa. Non può nulla, il bravo Drago, sicuramente il migliore in campo dei viola, sulla conclusione di Lozano, liberissimo di segnare. L’altro errorone dei difensori viola sul secondo gol napoletano: lasciando solo Rrhamani che fa gol di testa su assist di Zielinski su punizione. A Quarta dò 6 in pagella solo per il gol, altrimentiu sarebbe stata matita rossa anche per lui. E nella serata della terza sconfitta (dopo Roma e Inter), non ha brillato nemmeno il centrocampo: saltato soprattutto nella ripresa dal gioco napoletano. Dove spiccano soprattutto due giocatori: Osimhen e l’inossidabile Koulibaly. Due punti di forza capaci di fare la diffrerenza. Osimhen ha vinto nettamente il confronto con Vlahovic, per la velocità e la capacità di fare reparto in qualche caso anche da solo. Koulibaly ha fermato Vlahovic: che in alcune occasioni si è annullato anche da solo, per esempio sull’eccellente assist di Gonzalez al 30′ della ripresa, conDusan che cicca clamorosamente il pallone. Erfrore imperdonabile per uno quotato come lui. Peccato: un’altra occasione perduta per i viola. La speranza? Che la sosta del campionato possa servire a Italiano per assestare questa difesa ballerfina. E che la ripartenza, a Venezia, possa coincidere con un’altra vittoria fuori casa. E’ il pensiero positivo che mi viene spontaneo dopo una partita che, nonostante il differente tasso tecnico e la ricca panchbina napoletana, sarebbe potuta finire anche diversamente se la difesa non fosse stata colpita da distrazioni ormai congenite.

TIFOSI – Bel colpo d’occhio al Franchi: si torna, sia pure lentamente, alla normalità. Hanno protestano, i tifosi del Napoli, perchè sarebbero stati messi a loro disposizione, per la partita di Firenze, assai meno biglietti di quanti ne potevano essere a disposizione. Riguardo alle formazionei, Italiano scioglie i dubbi puntando su Martinez Quarta e non su Igor e su Pulgar invece di Torreira. Nel Napoli manca Adan Ounas, l’attaccante, ha fatto sapere il Napoli, in seguito a un risentimento muscolare accusato al termine del l’allenamento di ieri, è stato sottoposto ad accertamenti che hanno evidenziato una distrazione di primo grado al retto femorale destro. Al suo posto Lozano. Parte forte la Fiorentina, fermato Gonzalez e lancio in ripartenza per Osimhen anticipato in uscita da Dragowski. La replica viola al 5′, ma Callejon lascia partire un tiro sbilenco che va fuori e non si sa sde è una battuta a rete o un mal riuscito tentartivo di lancio per Gonzalez. I viola aggrediscono, Spalletti tiene il Napoli prudentemente coperto.

OSPINA – Svetta Dragowski con la mano su un angolo insidioso di Insigne. Allontana la difesa, anche se con fatica. Tiene l’iniziativa, la Fiorentina, ma non va a testa bassa come contro l’Inter. Il Napoli si fa pressare e cerca la ripartenza: come al 16′ con Insigne che parte da metà campo e viene bloccato al limite dell’area dal puntuale intervento di Quarta. Quindi bella azione di Duncan sulla sinistra, pallone al limite dell’area per Pulgar che indirizza all’angolo basso alla destra di Ospina che è bravo ad arrivarci e a deviare. Al 21′ Anguissa ci prova di testa su nuovo angolo di Insigne, ma la palla è alta. Così come al 26′ è Milenkovic a spedirla oltre la traversa su angolo di Callejon.

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QUARTA – La Fiorentina continua a spingere e al 28′ coglie il frutto della sua pressione: angolo viola, batte Callejon pe Vlahovic che mette in mezzo col sinistro, dove Quarta è lì, a fari spenti, non visto dai difensori napolitani. Martinez si avventa sul pallone in mezza rovesciata e lo mette imparabilmente alle spalle di Ospina. Viola meritatamente in vantaggio. I napoletani chiedono all’arbitro di verificare un fuorigioco (che proprio non esiste). Il Var conferma: gol validissimo.

LOZANO – Ma il vantaggio dura poco. Il Napoli replica con il solito lancio lungo per Osimhen che va via con le sua falcata travolgente, Martinez Quarta non riesce a prenderlo e gli farna addosso, col ginocchio, in piena area: rigore. Batte Insigne: Dragowski sembra spiazzato ma è bravissimo a respingere con la mano di richiamo. Non basta: il portiere viola, con un gran guizzo, riesce anche ad anticipare Insigne disperato per non averla messa dentro. Arriva Lozano in corsa e la mette dentro. Ma i difensori viola dov’erano?

DIFESA – La difesa viola, in particolare Milenkovic, si lascia di nuovo sorprendere dal Napoli che ha ripreso coraggio e ci crede. Osimhen al 44′ aggancia bene ma il pallone finisce fuori. Bravo, comunque, l’attaccante nigeriano, difficile da prendere quando scappa e quando inventa. Finisce il primo tempo con la Fiorentina un po’ in affanno, capace di sprecare un vantaggio sudato, e meritato, per la solita distrazione difensiva. Al di là delle valutazioni, il problema emerge dalle cifre: dieci gol presi in sette partite sono decisamente troppi.

RRHAMANI – Nessuna sostituzione in avvio di ripresa. Ma Fiorentina in avanti con doppio scambio Gonzalez Vlahovic che si fanno poi fermare. E invece la solita difesa viola si fa, piccionare, come si dice a Firenze, da una palla inattiva: punizione da fuori area di Zielinski che pesca Rrhamani in area, controllato da nessuno, e capace di metterla dentro di testa senza che Dragowski possa farci nulla. Ma dai. Viene voglia di parlare di retroguardia colab rodo. Undici gol subìti in sette partite. Squadra zoppa: capace di far gioco e perfino di giungere al gol con più giocatori, ma fragilissima dietro.

VLAHOVIC – Italiano prova il primo cambio: fuori Callejon e in canmpo Sottil. Spalletti risoponde con due sostrituzioni: escono Zielinski e Lozano, en trano Elmas e Politano. Occasionissima per i viola al 13′: uscita fuori area di Dragowski che lòancia lungo per Gonzalez a sinistra, l’argentino scappa al suo controllore e la mette benissimo a centro area dove Vlahovic dà un calcio all’aria invece che al pallone. In sostanza ha clamorosamente ciccato, perdendo un’occasione d’oro per pareggiare. Uno che vale cinque milioni a stagione non può fallire palle gol come questa.

INSIGNE – Al 16′ i viola ci riprovano: è sempre Gonzalez a portare il pericolo in area napoletana, Vlahovic è anticipato ma Sottil, sulla respinta, arriva sul pallone, tira col destro ma Ospina respinge. Un minuto dopo è il Napoli a sfiorare il terzo gol: Osimhen parte in velocità, entra in area, alza la testa e serve Elmas che arriva sull’assist con un istante di ritardo. Altro cambio nella Fiorentina: esce Pulgar e dentro Torreira. Nel Napoli esce Insigne e va in campo Demme. Questo perchè Spalletti vuole coprirsi. E cerca di spiegarlo anche allo stesso Insigne che invece si accomoda in panchina brontolando e non risoponde al gesto dell’allenatore che voleva dargli il cinque. Quindi è Pollitano (27′) che si beve letteralmente Biraghi, vola verso la porta di Dragowski e tira sfiorando il palo.

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KOULIBALY – Ancora Vlahovic protagonista negativo al 30′: quando parte in contropiede, potrebbe servire i compagni ai lati, invece prova, egoisticamente, ad andar via al centro e viene fermato dal puntuale intervento di Koulibaly. Italiano s’inventa altre tre sostituzioni al 32′: Benassi terzino al posto di Odriozola, Maleh rileva Duncan e Kokorin in sostituzione di Bonaventura. Cambio che mi lascia perplesso, ma vediamo. Nel Napoli entrano Petagna e Mertens per Osimhen (appalusi) e Fabian Ruiz. La Fiorentina prova il pressing finale, ma Koulibaly e compagni sono svegli. La difesa del Napoli fa la differenza. Torreira insiste. Ma il risultato non cambia più.

Sandro Bennucci

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