Clima, allarme di Draghi: serve la svolta o sarà la catastrofe

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Quando un uomo concreto come Mario Draghi, abituato a leggere bilanci e a fare previsioni macroeconomiche, si spaventa di fronte ai foschi presagi dell’emergenza climatica che attraversa l’intero pianeta, allora è necessario preoccuparsi. Il premier, al vertice di Atene, ha cominciato il suo intervento lanciando l’allarme: «Siamo venuti meno alle nostre promesse, serve una svolta o le conseguenze saranno catastrofiche». Significa che, a poco più di un mese dal Cop236 di Glasgow co-presieduto da Gran Bretagna e Italia, Mario Draghi richiama l’Ue e i grandi del pianeta a un bagno di onestà. Gli impegni dell’accordo di Parigi sono stati finora disattesi.

DRAGHI – «Non c’è più tempo», fa sapere il presidente del Consiglio dall’EuMed di Atene. Ossia un vertice nel quale, a fare da protagonisti, sono i dossier energetico e quello, legato a doppio filo, della transizione ecologica. E tra i leader del Sud Europa si fa spazio un’idea, quella di una commissione Ue che estenda il suo ruolo di acquirente collettivo ricoperto sui vaccini anti-Covid proprio al settore energetico. E’ lo stesso Draghi a snocciolare il ragionamento nelle dichiarazioni congiunte dei nove leader (Italia, Francia, Spagna, Grecia, Cipro, Malta, Portogallo, Slovenia e Croazia più Ursula von der Leyen a rappresentare l’esecutivo Ue). "Per il suo potere d’acquisto la commissione Ue è centrale" nel percorso di transizione ecologica. Nella seconda fase della campagna di acquisto dei vaccini la commissione è stata straordinaria: una delle cose di cui si è parlato è vedere se questo ruolo di acquirente collettivo può essere esteso ad altre esperienze", spiega il premier senza specificare di quali esperienze di tratti.

IDROCARBURI – Ma, subito dopo, è il premier spagnolo ad intervenire, Pedro Sanchez: «Il rincaro dei prezzi è un problema europeo per il quale servono soluzioni europee, per questo auspico un’autonomia strategica energetica e anche del gas naturale per l’Europa». Il tema dei costi energetici, tra i Paesi del Mediterraneo è attualissimo (non a caso Draghi sottolinea la loro maggiore dipendenza da alcuni idrocarburi rispetto a quelli del Sud) e potrebbe comportare rischi progressivi, connessi proprio ai costi della transizione ecologica. «Ci dobbiamo chiedere se il debito che accumuleremo nei prossimi anni sarà sostenibile», osserva ancora Draghi che, se da un lato ribadisce la massima determinazione nel percorso della transizione, dall’altro rimarca altrettanta determinazione nel proteggere, specialmente i più deboli, dai costi sociali che, come stiamo vedendo ora dall’ aumento delle bollette del gas naturale e dell’elettricità, potrebbero essere veramente significativi. L’impegno, insomma, è duplice. E la strada in salita. Il premier italiano lo sottolinea anche in un videomessaggio che invia al Forum delle Maggiori Economie sull’Energia e il clima organizzato da Joe Biden.

CODICE ROSSO – Il recente rapporto Onu sul clima rappresenta un codice rosso per l’umanità, come aveva detto il presidente americano Biden. Mentre il numero uno delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, non sembra neanche vedere una luce all’orizzonte, tanto che vede il mondo su un percorso catastrofico verso 2,7 gradi di riscaldamento globale. C’è un alto rischio di fallimento della Cop26. Parole che arrivano fino al vertice EuMed di Atene, dove Difesa comune, sicurezza del Mediterraneo ed effetti della crisi afghana fanno da co-protagonisti al tema del climate change. Ma dove i camb iamenti climatici sono presi molto sul serio. Almeno a parole. L’augurio è che si batta almeno la strada delle energie rinnovabili, senza tentennamenti. Altrimenti riascolteremo le stesse frasi atterrite, ma senza effetti, anche nei prossimi vertici mondiali sul clima.

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Sandro Bennucci

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