Caro bollette: un decreto salverà i bilanci delle famiglie. Ecco cosa taglierà il governo

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Fiato sospeso, in queste ore, per milioni di famiglie e centinaia di migliaia d’imprtese: l’aumento delle bollette energetiche, valutato più o meno nel 40%, allarma l’intero Paese. Tutte le forze politiche stanno premendo sul governo affinchè scongiuri il pericolo. E Mario Draghi, diciamolo senza reticenze, è l’uomo adatto per trovare nuove risorse e scongiurare il panico. Dove trovare i soldi necessari, circa 3 miliardi, per far dormire tranquilli gli italiani? Usare i fondi Ets (come fatto a luglio) non basterà. Parte di questi soldi (si parla di 2 miliardi) sono già destinati ad altre poste di Mite e Ministero dell’Economia. Tagliare l’Iva sulle bollette, come insiste Matteo Salvini (ma anche i Cinquestelle), è impraticabile in tempi brevi. Troppo complessa la materia: si farà forse più tardi, con la legge di bilancio.

IMPRESE ENERGETICHE – Tassare le imprese energetiche, come ha deciso la Spagna (con pesanti ripercussioni in Borsa), viene escluso. Rimangono così gli oneri di sistema. Si tratta ora di decidere quali salteranno, e quali saranno spostati sulla tassazione generale. Lo vedremo al Cdm della prossima settimana. Gli oneri di sistema sono i balzelli caricati sulle bollette: bonus per le famiglie meno abbienti, agevolazioni per le imprese energivore e le ferrovie, incentivi alle rinnovabili, costi per lo smantellamento degli impianti nucleari. Qui è più facile tagliare, magari spostando il prelievo sulla fiscalità generale. Il ministro Roberto Cingolani, competente in materia di energia, si è incontrato a palazzo Chigi col premier Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco, per studiare le misure per evitare la stangata in bolletta su famiglie e imprese. Ieri si pensava che i provvedimenti sarebbero arrivati già ieri, 16 settembre 2021, in Consiglio dei ministri, ma così non è stato.

CONTROMISURE – Serve ancora tempo per mettere a punto le contromisure, che probabilmente arriveranno al Cdm della prossima settimana, con un decreto apposito. «C’è da mitigare l’aumento del trimestre, che c’è in tutto il mondo, e all’80% dipende dall’aumento del gas – ha spiegato Cingolani in un’intervista alla radio -. Poi c’è da mettere in piedi un intervento più strutturale. Bisogna ragionare su come è costruita una bolletta, va riscritto il metodo di calcolo. Lo stiamo facendo in queste ore». Le tariffe di gas e luce vengono fissate all’inizio di ogni trimestre dall’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Già al primo luglio, l’aumento del prezzo del metano sul mercato internazionale, e della CO2 alle aste Ets sulle emissioni, avevano fatto impennare del 20% le tariffe delle bollette. Il governo era intervenuto e aveva ridotto al 10% il rincaro, utilizzando 1,2 miliardi: 700 milioni dalle aste Ets (in pratica, le tasse che le aziende pagano agli stati Ue per il gas serra che producono), altri 500 da altre poste (le mitiche pieghe del bilancio) .

RINNOVABILI – Al quarto trimestre, quello che comincia il primo ottobre, il rincaro però sarà ancora più forte, del 40%. Colpa all’80% dell’aumento del prezzo del metano, spinto in alto da un’economia mondiale ripartita dopo la pandemia, e al 20% dal costo cresciuto della CO2 nel sistema Ets, innalzato gradualmente per spingere le aziende a decarbonizzare. Per annullare la stangata, i tecnici del Mite calcolano che serviranno 3 miliardi di euro. Le forze politiche compatte hanno chiesto al governo di intervenire per ridurre l’aumento. Draghi lavora. E presto arriverà al risultato. Ma è ovvio che bisognerà pensare seriamente a liberarci dai costi, assai gravosi, delle materie prime tradizionali. La strada delle rinnovabili è aperta. Senza più alibi per nessuno.

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Sandro Bennucci

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