Ex Lucchini, Uil chiede a Governo di dare un futuro all’azienda

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Ex Lucchini. Non è più accettabile portare avanti una vertenza che si protrae ormai da quasi dieci anni senza una soluzione definitiva. Non è accettabile che Jindal continui a fare tatticismi sulla pelle di oltre 1700 lavoratori perseguendo esclusivamente i propri interessi ed escludendo quelli sociali. Non è più accettabile che la multinazionale limiti lo sviluppo di un patrimonio industriale quale la ex Lucchini con grandi potenzialità di mercato; non è più accettabile che il governo temporeggi nell’assumere una decisione definitiva che dia una prospettiva ed un futuro certo al polo siderurgico piombinese”. Lo dichiarano Guglielmo Gambardella e Vincenzo Renda, rispettivamente coordinatore nazionale Uilm per la siderurgia e coordinatore regionale UILM Toscana, a margine dell’incontro tenutosi oggi in remoto con il MiSE, presieduto dalla viceministro Alessandra Todde, con la partecipazione delle istituzioni locali ed il vicepresidente di JSW Italia, Marco Carrai.

“Oggi – sottolineano Gambardella e Renda – abbiamo assistito all’ennesima narrazione da parte dell’azienda su cose che si vorrebbero e si potrebbero fare, su un indefinito piano industriale, ritenuto inaccettabile dallo stesso ministro Giancarlo Giorgetti”.

“L’aver circoscritto la discussione di oggi esclusivamente alla futura commessa RFI ed alla capacità produttiva del futuro forno elettrico è stata ritenuta paradossale da parte della UILM” aggiungono.

“Il tavolo nazionale con la regia del Ministero dello Sviluppo Economico è l’unico ambito in cui si può progettare un percorso serio di rilancio coinvolgendo tutti i soggetti interessati a dare un contributo per la soluzione definitiva” proseguono.

“Solo un intervento pieno e deciso del Governo, con tutti gli strumenti necessari, con tutti gli attori istituzionali nazionali e locali interessati e l’auspicabile contributo del sistema siderurgico italiano, nella realizzazione del progetto di rilancio della siderurgia piombinese, può dare un futuro all’intero tessuto industriale della Valle di Cornia” aggiungono.

“Non c’è più tempo da perdere, occorrono decisioni chiare e fare tutto ciò che serve per dare una prospettiva di lavoro e non ammortizzatori sociali agli oltre 1700 lavoratori diretti e per quelli dell’indotto: Giorgetti convochi immediatamente Jindal e pretenda una risposta – concludono – Se non si scoglie il nodo sulle reali volontà di Jindal, è difficile immaginare un futuro diverso per Piombino”.

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