Inchiesta Dda su concerie, Ledo Gori: «Mai preso soldi e non volevo restare capo gabinetto. Di che mi si accusa ?»

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Intervistato dal Tirreno e dalla Nazione, Ledo Gori, ora ex capo gabinetto di Giani, dopo esserlo stato, per dieci anni, di Enrico Rossi, si dice esterrefatto dall’accuda di corruzione. E spiega: «Questa storia della corruzione proprio non la mando giù. Non ho mai preso soldi. Cosa avrei fatto? Mi hanno garantito il posto di capo di gabinetto che non volevo fare. Poi se il presidente ti chiede ‘Mi dai una mano’, cosa fai, dici no?».

Ledo Gori è indagato con l’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio nell’inchiesta della Dda di Firenze sui presunti affari della ‘ndrangheta in Toscana. Gori, nelle interviste pubblicate oggi 21 aprile, rivendica la propria innocenza, spiega di aver «affidato alcuni appunti al mio avvocato, depositerò un memoria e chiederò di essere sentito dai magistrati», e nega l’accusa di corruzione, e soprattutto di essersi messo a disposizione dei conciatori per ricevere in cambio la riconferma da capo di gabinetto. Un incarico, ribadisce, «che notoriamente io non volevo», è stato il governatore Eugenio Giani a chiederlo.

Gori rivendica anche di essere stato lui a volere la revoca del proprio contratto. Quanto ai rapporti con i conciatori: «Fui contattato dai conciatori che mi spedirono una mail con gli emendamenti. Non feci che girarla a Bernini (dirigente dell’Ambiente indagato per abuso d’ufficio ndr) e chiedergli se erano accoglibili. Poi partecipai a un incontro con lui, Andrea Pieroni (consigliere regionale indagato ndr) e Alberto Benedetti, il consulente dei conciatori. Benedetti spiegò le ragioni delle loro richieste a Pieroni. Punto. Devo essere accusato di corruzione per aver organizzato una riunione?».

E ancora: «Dico che io non ho approvato l’emendamento alla legge che poi è passata all’unanimità in Consiglio regionale. Che nell’inchiesta ci sono anche una sindaca e un consigliere regionale. Mi hanno fatto passare per un delinquente – conclude -. Per me l’onestà è un valore assoluto. Io sono tranquillo, ma ci vuole tanta pazienza».

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