Rocco Damone, direttore generale di Careggi, ha dichiarato al gip di Firenze di ritenersi estraneo alle accuse, in seguito della richiesta di interdizione dall’incarico per 11 mesi avanzata dalla procura nell’ambito dell’inchiesta su presunte irregolarità nei concorsi a medicina a Firenze.
«Questo interrogatorio – ha dichiarato il dg di Careggi entrando questo pomeriggio al palazzo di giustizia – è una grande opportunità difensiva». Nelle indagini Damone è accusato di associazione a delinquere, corruzione e abuso d’ufficio. Tuttavia, nella richiesta di interdizione il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e il pm Antonino Nastasi contestano a Damone un singolo episodio di corruzione, in concorso con Monica Calamai che lo ha preceduto nell’incarico di dg di Careggi, col rettore Luigi Dei e col prorettore Paolo Bechi.
Secondo l’accusa, Damone avrebbe promesso al rettore il cofinanziamento da parte dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi di due posizioni da professore, entrambe da assegnare a vincitori predeterminati. «Damone – spiega il suo difensore, l’avvocato Francesco Maresca – si ritiene estraneo alle accuse, prima di tutto perché il concorso in questione poi non si è concluso, e poi perché la sua partecipazione a quel programma risulta minima e secondo noi senza rilevanza penale. E’ stato un lungo interrogatorio – prosegue Maresca – nel quale abbiamo cercato di chiarire le competenze delle aziende ospedaliere rispetto ai concorsi universitari e il momento storico dei due concorsi, che non riguarda la gestione amministrativa di Damone. Inoltre – conclude Maresca – abbiamo cercato di chiarire la portata di alcune conversazioni telefoniche intercettate, cercando di dare un senso ad affermazioni fatte da altri indagati».
Ernesto Giusti