Cadaveri fatti a pezzi in valigia: sulla maniglia dna maschile. Parla l’avvocato di Elona

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«Dalle consulenza sappiamo che sulle maniglie delle valigie c’è solo un profilo di Dna di sesso maschile. Questo è il dato che è emerso». Così l’avvocato Federico Febbo, legale di Elona Kalesha, 36enne di origine albanese, detenuta da dicembre a Sollicciano per il duplice omicidio dei coniugi Shpetim e Tauta Pasho, i genitori dell’ex fidanzato Taulant Pasho scomparsi a Firenze nel 2015 e i cui resti sono stati ritrovati lo scorso dicembre in quattro valigie abbandonate in una striscia di campo fra il carcere di Sollicciano e la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. Quanto alla possibilità che l’assenza di Dna femminile sulle valigie possa scagionare la sua assistita, l’avvocato Febbo precisa che «ogni altra valutazione difensiva sarà effettuata successivamente».

Secondo quanto emerso dalle indagini, nel novembre del 2015 Elona Kalesha fu vista da alcuni condomini del palazzo di via Fontana mentre portava via una o più valigie, da cui fuoriusciva un liquido dall’odore pungente, che la donna giustificò come vino uscito da bottiglie rotte. Intanto, come detto, un profilo di dna incompleto, appartenente a un uomo, è stato trovato sulla maniglia di una delle sei valigie dove erano stati nascosti i resti delle salme dei coniugi Shpetim e Tauta Pasho, ritrovate abbandonate in una striscia di campo fra il carcere fiorentino di Sollicciano e la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. E’ quanto emerge dalle analisi condotte dai carabinieri del Ris di Roma su incarico della procura di Firenze.

Secondo quanto appreso, altre tracce di Dna miste, con una componente maggioritaria femminile, sarebbero state trovate dai carabinieri del Ris di Roma su 14 reperti presi nell’appartamento di Firenze, in via Felice Fontana, dove secondo gli inquirenti sarebbe avvenuto il duplice omicidio. L’inchiesta vede indagati il figlio della coppia Taulant Pasho, la sua ex Elona Kalesha e il fratello minore di lei, Denis Kalesha. Secondo il difensore di Elona Kalesha, l’avvocato Febbo, l’assenza di un dna femminile sui manici dei trolley trovati nei pressi della superstrada confermerebbe che «le valigie con cui Elona fu vista uscire dalla casa di via Felice Fontana da alcuni testimoni non sono quelle che contenevano i cadaveri». Sempre secondo quanto sostenuto dal legale, non è escluso che le tracce di Dna trovate nella casa possano appartenere a soggetti estranei alle indagini, poiché dal momento della scomparsa dei coniugi e fino al 2020 l’abitazione è stata affittata a diverse persone. La comparazione col Dna degli indagati verrà effettuata in un secondo momento.

Gilda Giusti

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