Dopo la polemica scoppiata sugli amministratori che possono vaccinarsi perchè di professione fanno l’avvocato, la Regione Toscana ha deciso di cambiare strategia. Già la fornitura di dosi AstraZeneca in arrivo mercoledì 10 marzo saranno destinate a chi ha meno di 65 anni ma presenta patologie. Infatti, una volta vaccinato il personale sanitario, effettivamente esposto al rischio infezione, saranno età e patologie il criterio oggettivo per stabilire la priorità. Non ci saranno più scorciatoie per vaccinarsi: non conteranno l’attività svolta o l’appartenenza a ordini professionali.
E l’orientamento della Regione Toscana, a quanto pare, sarebbe condiviso dal governo, come fa notare l’assessore alla sanità, Simone Bezzini, che aveva interessato all’argomento il ministro per la salute, Roberto Speranza. Secondo quanto filtra dagli uffici regionali, anche il governo si sarebbe posto l’obiettivo di tutelare i più fragili con una strategia diversa. Onestamente non era un bel vedere il fioccare di comunicati in cui ordini professionali o categorie di lavoratori sostenevano di essere più a rischio di altri.
Il presidente Eugenio Giani, in visita a Lucignano, in provincia di Arezzo, ha detto: «Dobbiamo fronteggiare ancora un mese, del resto lo scorso anno il picco fu raggiunto il 31 marzo poi però con il clima in miglioramento e la diffusione maggiore dei vaccini dovremmo piano piano venire fuori. Gli ospedali al momento reggono, abbiamo circa 180 terapie intensive e 1200 cure intermedie e rispetto allo scorso anno abbiamo creato posti letto in più, la situazione dunque è migliore». Giani si è soffermato sulla necessità di acquistare più vaccini compito che, ha detto, spetta allo Stato e permetterebbe di tagliare le polemiche e le tensioni.
Gilda Giusti