Coronavirus dilaga in tutto il mondo. Merkel, misure dure per altre 10 settimane

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La pandemia, con le sue derivazioni, dilaga in tutto il mondo e ogni Stato adotta misure di contenimento e precauzioni per limitarne i danni. Ma nessuno Stato ha sacrificato le attività economiche come l’Italia, campione mondiale nel rapporto Morti Covid-popolazione e avviata verso lo sfascio economico grazie a Conte e soci. Ecco la situazione nei principali Stati, a cominciare dalla Germania della granitica signora Merkel, giunta ormai al capolinea della sua esperienza di governo durata 15 anni in Germania e, purtroppo, anche in Europa.

Germania – “Abbiamo bisogno di misure dure per altre 8-10 settimane”. Lo ha detto Angela Merkel, citata dalla Bild on line, secondo quanto ha riferito una fonte che ha partecipato a un incontro di lavoro della Cdu. La cancelliera ha espresso forte preoccupazione per la diffusione della mutazione inglese del virus: “Se non riusciamo a fermarla – ha detto – avremo entro Pasqua un’incidenza del virus pari a 10 volte” superiore rispetto a quella attuale.

Israele  – Con la vaccinazione dell’insegnante Etty Shemesh ad Ashdod, il Paese ha raggiunto quota 2 milioni di persone immunizzate con la prima dose anticovid. Lo riporta il Jerusalem Post. All’evento hanno partecipato il premier Benyamin Netanyahu e il ministro della sanità Yuli Edelstein. Se tutto va bene Israele – ha osservato il premier – riaprirà la sua economia a marzo. Poi ha detto di aver sentito che in Europa si parla di tenere chiuso fino ad aprile: “non noi, a patto – ha sottolineato – di vaccinare e di mantenere le regole”. Infine ha annunciato che da domani o dopodomani il numero giornaliero di vaccinazioni arriverà a 170mila.

Olanda – Il governo olandese, come era atteso, ha deciso il prolungamento del lockdown di tre settimane, fino al 9 febbraio. Lo ha annunciato il primo ministro Mark Rutte.

La Cina ha registrato lunedì altri 55 nuovi casi di Covid-19, di cui 42 trasmessi localmente e 13 importati, in base agli ultimi aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale diffusi oggi. Il dato, che quasi dimezza i 103 contagi annunciati ieri, include anche 40 infezioni riscontrate nella provincia di Hebei, il focolaio più grave, più una sia a Pechino sia nella provincia settentrionale di Heilongjiang. Escludendo i casi di nuovi morti sospette, i decessi restano inchiodati a quota 4.634, mentre sono 31 i pazienti dimessi dagli ospedali. Langfang è entrata in lockdown, diventando la terza città a essere bloccata per il focolaio di Covid-19 nella provincia di Hebei dopo il capoluogo Shijiazhuang e Xingtai per oltre 22 milioni di abitanti totali, il doppio degli abitanti di Wuhan dove a fine 2019 è stato rilevato il virus per la prima volta. Langfang dista appena mezz’ora di auto da Pechino e conta 5 milioni di persone. Veicoli e persone delle tre città non possono uscire, a meno che non sia necessario. L’Hebei ha segnato un totale di 326 casi di Covid-19 fino a oggi nell’ambito del nuovo focolaio, più 234 asintomatici. Nel Paese è partita l’indagine dell’Oms per indagare l’origine della diffusione del virus. La missione non ha l’obiettivo di “puntare il dito” contro Pechino “in stile Trump”. Lo ha sottolineato uno degli scienziati dell’Agenzia dell’Onu, Fabian Leendertz, epidemiologo del Robert Koch Institut, che arriverà nel Paese giovedì assieme ad altri novi scienziati. “Non si tratta di individuare la Cina come colpevole. Si tratta di ridurre il rischio. E i media potrebbero aiutarci evitando di accusare in stile Trump. Il nostro lavoro non è politico”, ha detto il ricercatore parlando con il Guardian.

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Gli Stati Uniti hanno registrato oltre 200mila casi di coronavirus al giorno negli ultimi sette giorni: è quanto emerge dai dati della Johns Hopkins University. Mai dall’inizio della pandemia il bilancio giornaliero dei casi era stato così alto nel Paese per un’intera settimana. Lo riporta la Cnn. Negli ultimi sette giorni gli Usa hanno registrato oltre 1,7 milioni di contagi e oltre 20mila decessi. Dall’inizio della pandemia nel Paese si contano 22.613.310 infezioni, inclusi 376.060 morti.

Il bilancio complessivo dei decessi provocati dal coronavirus nel Regno Unito ha superato quota 82mila: è quanto emerge dai conteggi della Johns Hopkins University. Secondo l’università americana dall’inizio della pandemia i morti a causa del Covid-19 nel Paese sono finora 82.096 a fronte di un totale di 3.127.639 casi. Il 2020 è stato un anno record per numeri di decessi nel Regno Unito, secondo un’elaborazione dei dati dell’Ons, equivalente britannica dell’Istat, che indicano uno totale di 697.000 morti censiti, circa 91.000 in più delle media degli anni precedenti: un eccesso di mortalità ricondotto come causa o concausa al Covid in oltre 80.000 casi. In cifra assoluta si tratta del numero più elevato di decessi nel Paese dal 1918, marcato dalla Prima Guerra Mondiale e dall’epidemia di Spagnola; mentre in rapporto all’eccesso di mortalità si tratta dell’anno peggiore dal ’45, ossia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Il presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, è risultato positivo al Covid-19 e ha dovuto annullare tutti i suoi impegni pubblici, a due settimane dalle elezioni presidenziali del 24 gennaio nelle quali è dato ampiamente favorito. Lo ha annunciato la presidenza portoghese. Il capo dello Stato, 72 anni, è “asintomatico” e si è isolato nella parte residenziale del palazzo presidenziale a Lisbona, ha precisato il suo ufficio in un comunicato.

In Russia nelle ultime 24 ore sono stati accertati 22.934 nuovi casi di Covid-19 e 531 persone sono morte a causa della malattia: lo riporta il centro operativo nazionale anti-coronavirus. Le zone col maggior numero di nuovi contagi sono Mosca, con 5.001 casi in un giorno, San Pietroburgo, con 2.731, e la regione di Mosca, con 1.083. In totale, dall’inizio dell’epidemia, in Russia sono stati confermati 3.448.203 casi di Covid-19 e 62.804 decessi provocati dal morbo.

Il re della Malaysia, il Sultano Abdullah Sultan Ahmad Shah, ha dichiarato lo stato di emergenza nel Paese per far fronte a un’impennata di casi di coronavirus. Il Sultano “ritiene che l’epidemia di Covid-19 nel Paese sia in una fase molto critica e che l’emergenza sia necessaria”, ha reso noto in un comunicato il palazzo nazionale.

La Nuova Zelanda chiederà ai viaggiatori provenienti dalla maggior parte dei paesi del mondo un test del coronavirus negativo prima di partire. Lo riferisce il Guardian. Saranno esclusi coloro che arrivano da Australia, Antartide e alcune isole del Pacifico. Chiunque arrivi in Nuova Zelanda dall’estero, anche con un tampone negativo, dovrà fare un altro test all’aeroporto e restare in isolamento 14 giorni, ha spiegato il ministro per l’emergenza Covid Chris Hipkins. La chiusura delle frontiere e un rigoroso lockdown durante la fase iniziale della pandemia di coronavirus hanno aiutato la Nuova Zelanda a mantenere controllo, con solo 1.800 casi e 25 decessi totali. L’ultimo contagio locale di Covid è stato segnalato quasi due mesi fa. Quanto alle vaccinazioni, il governi neozelandese ha annunciato di essersi assicurato dosi sufficienti ai 5 milioni di abitanti grazie agli accordi firmati con AstraZeneca e Novavax. Secondo i piani dell’esecutivo, la popolazione sarà vaccinata entro la metà del 2021.

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Nell’ambito di polemiche suscitate in Perù da un decreto governativo che autorizza imprese farmaceutiche private ad importare vaccini contro il Covid-19, il ministero della Salute peruviano ha chiarito che “per legge la distribuzione e l’applicazione del vaccino di emergenza saranno gratuite per tutti gli abitanti del territorio nazionale maggiori di 18 anni”.

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha annunciato la chiusura dei confini di terra fino al 15 febbraio nel tentativo di rallentare la diffusione del coronavirus. Lo riporta la Bbc. La situazione in Sudafrica al momento è “la peggiore” dall’inizio della pandemia, ha detto ancora il capo di stato africano precisando che da Capodanno ci sono stati 190.000 nuovi contagi. Restano chiusi parchi e spiagge, continua ad essere vietata la vendita di alcolici e gli assembramenti.

 

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