Dad favorisce l’aumento della dispersione scolastica, allarme di Federconsumatori

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Mentre si allontana ancora la ripresa delle lezioni in presenza anche negli istituti superiori, «si riscontrano criticità importanti nel sistema che dovrebbe consentire la prosecuzione dell’attività didattica nei momenti in cui i ragazzi non possono, a causa dell’emergenza sanitaria, recarsi fisicamente a scuola. Nei mesi scorsi molti alunni – addirittura un terzo del totale, secondo alcune stime – non hanno, di fatto, avuto la possibilità di seguire le lezioni, peraltro con significative diseguaglianze tra le diverse aree geografiche nonché tra le differenti condizioni economiche delle famiglie». È quanto sottolinea Federconsumatori definendo a dir poco allarmanti i dati che emergono dal sondaggio condotto da Ipsos per Save The Children in merito alla Didattica a Distanza.

«Il principale ostacolo – spiega l’associazione – è costituito dalla carenza dei dispositivi informatici necessari per Didattica a Distanza: nonostante le agevolazioni e i bonus, non tutte le famiglie .avuto la possibilità di acquistare strumenti adeguati e ad oggi il 12,3% delle famiglie non possiede pc e tablet, percentuale che raggiunge quota 19% nel Sud Italia. Per non parlare dell’accesso alla rete, non sempre disponibile a causa di carenze infrastrutturali o, ancora una volta, di situazioni di disagio economico. Non tutti i ragazzi, quindi, hanno avuto le medesime possibilità e tale evidenza si traduce ora non solo nel consistente aumento del fenomeno della dispersione scolastica, ma anche in un elevatissimo rischio di abbandono vero e proprio degli studi. L’attività scolastica rappresenta un momento fondamentale di crescita nella vita di un individuo e non è accettabile che i ragazzi ne vengano privati: nel momento in cui quindi l’emergenza sanitaria non consente lo svolgimento delle lezioni in presenza, la formazione deve essere comunque garantita, senza distinzioni di natura economica o sociale».

Per Federconsumatori, così come è stato elaborato, «il ritorno tra i banchi non tiene conto delle specifiche esigenze del mondo della scuola e riserva non pochi rischi sul fronte della salute. Inoltre è probabile che le decisioni assunte in questi giorni finiscano per provocare conseguenze anche importanti sull’intero sistema dell’istruzione a causa della mancanza di un piano coordinato a livello nazionale e della scelta di lasciare molte decisioni nelle mani dei Presidenti delle Regioni».

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