Natale: incontro Governo-Regioni per stabilire nuove regole. No feste in lockdowm

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Ossessione Natale: il governo ci gira intorno per trovare regole condivise. Evitando di prendersi le colpe per una festa oscurata. Proposte per la revisione sulla classificazione delle zone e misure variabili a seconda delle province, premiando quelle virtuose anche all’interno di regioni rosse o arancioni e chiudendo in anticipo quelle più a rischio. E c’è anche chi aumenta la stretta ora, per scongiurare le Feste in lockdown. E’ partita la mediazione tra l’Esecutivo e i governatori, che puntano ad un graduale allentamento delle misure in vista del Natale: una data a ridosso della quale potrebbe essere previsto un Dpcm ad hoc.

Anche se il coordinatore del Cts, Angelo Miozzo precisa che un Natale tradizionale ce lo dobbiamo scordare. E’ ormai certo che resteranno ancora chiusi i circoli e le strutture sportive, le palestre i cinema e i teatri mentre uno spiraglio ci potrebbe essere per i negozi e i ristoranti, che potranno tornare in semilibertà se rispetteranno le regole che già hanno. E non sarà – spiega Miozzo – un liberi tutti. Sono ancora tanti i punti interrogativi in vista del vertice con i territori convocato dal ministro per le Autonomie Francesco Boccia nelle prossime ore, a cui parteciperanno anche l’Iss e il ministro della Salute. La linea del Governo resta quella dell’ascolto, ma senza alcuna intenzione di modificare il sistema di monitoraggio. Regioni che sono state interpellate anche dal Commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, il quale ha inviato loro le richieste per il Piano vaccini: riguarderà prima gli ospedali e le Rsa, per un totale di circa 1,7 milioni di persone. Per le successive somministrazioni su larga scala, invece, il piano prevede l’utilizzo di drive-through.

Lo stesso premier, Giuseppe Conte, è tornato sui 21 indicatori che determinano la classificazione in zone rosse, arancioni o gialle, chiarendo: «Il sistema per parametri ci consente interventi mirati e di introdurre misure restrittive che siano limitate nel tempo e ben dosate sull’effettivo livello di rischio dei territori». I criteri non dovrebbero dunque subire modificazioni, così come avevano chiesto gli stessi governatori in una Conferenza delle Regioni, chiedendo un incontro urgente con il Governo. Il confronto ci sarà ma è lo stesso Boccia a spiegare che non bisogna politicizzare i parametri perché sarebbe un errore renderli discrezionali senza il conforto della comunità scientifica. La mano tesa dell’Esecutivo potrebbe arrivare con un dialogo più aperto nella Cabina di regia per il monitoraggio dei dati che arrivano dai territori, a cui partecipano tutte le componenti, esperti compresi.

Ernesto Giusti

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