Conte: Italia divisa in zone rosse, arancioni e gialle. Non esistono zone verdi, nessuna regione risparmiata. Torna l’autocertificazione

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«Il virus sta circolando in tutta Europa, in modo forte anche violento. L’indice Rt è aumentato fino a 1,7, si tratta di una media nazionale in alcune regioni è più alto. E’ vero, sale il numero degli asintomatici, diminuisce il numero dei pazienti in terapia intensiva, ma è vero che il numeri complessivi sono in costante aumento e comportano un’alta probabilità che molte regioni superino le soglie critiche delle terapie intensive già nelle prossimesettimane e vadano in difficoltà. Dobbiamo necessariamente intervenire per rallentare la corsa del virus». Questo l’esordio di Conte nella conferenza stampa a Palazzo chigi per spiegare le misure del nuovo Dpcm, la cui esecuzione slitta a venerdì 6 novembre.

Rispetto alle persone contagiate sale il numero degli asintomatici, diminuisce in percentuale il numero di persone ricoverate ma c’è l’alta probabilità che molte regioni superino le soglie delle terapie intensive e mediche, ha detto il premier Conte. Se introducessimo misure uniche in tutta italia produrremmo un duplice effetto negativo, non adottare misure veramente efficaci dove c’è maggior rischio e imporremo misure irragionevolmente restrittive dove la situazione è meno grave.

Nell’area gialla, con criticità moderata, rientrano Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia.-Romagna. Lazio, Liguria, Toscana, Umbria, Molise, Marche, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e le provincie di Trento e Bolzano.

In queste zone ci sarà il divieto di spostamento dalle 22 alle 5 del mattino, se non «per comprovate esigenze lavorative o motivi di salute»; didattica a distanza al 100% per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e università; sospensione dei servizi di ristorazione –
bar, pub , ristoranti, gelaterie e pasticcerie – dalle 18 alle 5; nelle giornate festive e prefestive, sono chiusi gli esercizi commerciali all’interno dei centri commerciali e dei mercati, ad eccezione di farmacie, parafarmacie, presìdi sanitari e punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole. Ancora: capienza al 50% per il trasporto pubblico locale e il servizio ferroviario regionale; sospensione degli spettacoli e delle mostre aperti al pubblico in teatri, sale da concerto, musei; stop alle attività di palestre e centri benessere; raccomandazione al più ampio uso dello smart working per le attività lavorative e professionali, sia nel privato sia nel pubblico impiego. Chiusura di musei e mostre, didattica a distanza per le scuole superiori, in presenza per infanzia, elementari e medie. Chiuse università.

Nell’area arancione, con criticità medio alta, ci sono Puglia e Sicilia.

Qui ci sarà il coprifuoco dalla 22 alle 5 del mattino, «salvo comprovati motivi di necessità, lavoro e salute». Vietati anche gli spostamenti in entrata e in uscita dalla regione e da un Comune all’altro, con la raccomandazione di «evitare spostamenti non necessari nel corso della giornata all’interno del proprio Comune». Chiusi, 7 giorni su 7, bar e ristoranti. L’asporto è consentito fino alle 22, nessuna restrizione per le consegne a domicilio. Chiusi anche i musei e le mostre, sospese le attività di sale giochi, sale scommesse, bingo e slot machine. Rimangono chiuse piscine, palestre, teatri e cinema. Aperti invece i centri sportivi. Chiudono, nei giorni festivi e prefestivi i centri commerciali ma rimangono aperte le farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie e edicole che si trovano al loro interno. Per quanto riguarda le scuole restano aperte quelle dell’infanzia, le elementari e le medie. Didattica a distanza invece per gli studenti delle scuole superiori ad eccezione per gli alunni con disabilità e in caso di laboratori. Chiuse anche le università.

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Nell’area rossa rientrano Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle D’Aosta

Queste le misure previste dal Dpcm nelle zone qualificate come «area rossa»: È vietato ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo che per motivi di lavoro, necessità e salute; vietati gli spostamenti da una Regione all’altra e da un Comune all’altro. – Chiusura di bar e ristoranti, 7 giorni su 7. L’asporto è consentito fino alle ore 22. Per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni. – Chiusura dei negozi, fatta eccezione per supermercati, beni alimentari e di necessità. – Restano aperte edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri. Chiusi i centri estetici. – Didattica a distanza per la scuola secondaria di secondo grado, per le classi di seconda e terza media. Restano aperte, quindi, solo le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e la prima media. Chiuse le università, salvo specifiche eccezioni. – Sono sospese tutte le competizioni sportive salvo quelle riconosciute di interesse nazionale dal CONI e CIP. Sospese le attività nei centri sportivi. Rimane consentito svolgere attività motoria nei pressi della propria abitazione e attività sportiva solo all’aperto in forma individuale. –
Sono chiusi musei e mostre; chiusi anche teatri, cinema, palestre, attività di sale giochi, sale scommesse, bingo, anche nei bar e nelle tabaccherie. Per i mezzi di trasporto pubblico è consentito il riempimento solo fino al 50%, fatta eccezione per i mezzi di trasporto scolastico.

“Le ordinanze del ministro della Salute non saranno arbitrarie o discrezionali perché recepiranno l’esito del monitoraggio periodico effettuato congiuntamente” con i “rappresentanti delle Regioni”.

“Già questa settimana porteremo in Consiglio dei ministri, dovremo farcela già domani sera, un nuovo decreto legge” per i ristori. “In questo momento non anticipo una cifra, è chiaro che alla Ragioneria stanno lavorando ma sicuramente ci sono adeguati stanziamenti per il decreto. Potrebbero essere in un ammontare di 1,5-2 miliardi”, ha detto Conte. “Se ci fosse necessità di disporre ulteriore risorse dobbiamo essere pronti anche a presentarci in parlamento per un eventuale nuovo scostamento ma non lo abbiamo ancora deciso perché, a quanto mi hanno detto, gli stanziamenti ci sono”, aggiunge.

Una volta condiviso l’impianto” delle misure restrittive “le conseguenze sono automatiche, perché basate su criteri predefiniti e oggettivi che sfuggono da qualsiasi contrattazione. Non si può negoziare o contrattare sulla pelle dei cittadini, non lo farà Speranza né i presidenti delle singole regioni, il contraddittorio ci sarà, perché le ordinanze vengono fatte sentito il presidente, ma non negoziato con il presidente”.

“L’autocertificazione è collegata ai divieti. Nelle zone rosse quando si esce di casa va esibita l’autocertificazione, così come tra Regioni e Comuni, ha spiegato il presidente del Consiglio in conferenza stampa da Palazzo Chigi.

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