Coronavirus, contagi: quattro scenari ipotizzati da Istituto Superiore di sanità e Protezione civile

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Il premier Conte non ha voluto esporsi più di tanto nelle dichiarazioni pubbliche, ma sembra che gli esperti e i tecnici della Protezione civile e dell’Istituto Superiore di Saniutà abbiano elaborato 4 scenari possibili per l’aumento dei contagi nei prossimi mesi.

Iss e Protezione civile hanno ipotizzato infatti quattro ipotesi in vista dell’aumento dei contagi e della crescita dell’indice Rt, fattore che è stato determinante nella prima ondata per stabilire chiusure e aperture del lockdown e creare le zone rosse. Nel documento stilato dal dipartimento e dall’Istituto superiore di sanità, seguendo le indicazioni del Cts, si ipotizzano nuove misure per fermare la diffusione del coronavirus. Ne dà notizia Il Messaggero.

Il primo scenario prevede un Rt poco sopra l’1 e contagi immutati da due o tre mesi. Si agirebbe in questo caso con la rimodulazione delle attività con quarantena dei contatti, uso di mascherine, distanziamento fisico, igiene individuale e sanifcazione ambientale. Con contagi in lieve aumento anche la Regione e le amministrazioni locali dovrebbero intervenire con valutazione del rischio relativo alla cricolazione tra comuni e focolai limitati, come nel caso delle scuole.

Il secondo scenario prevedere un Rt tra 1 e 1,25, con una trasmissione del coronavirus diffusa ma ancora gestibile. Per una costante crescita dell’incidenza di casi, si potrebbe osservare una aumento della percentuale dei sintomatici, con ospedalizzazione e ricoveri più frequenti. Si dovrebbre optare per la chiusura prima anticipata e poi totale dei locali notturni, di bar, dei ristoranti per disinnescare i pericoli della movida.

Poi arriverebbero le chiusure nelle scuole, iniziando con le singole classi, poi con interi plessi e dunque su base geografica. La mobilità subirebbe restrizioni locali temporanee, per almeno tre settimane, con circolazione ridotta o vietata da e verso le zone rosse.

Con l’Rt tra 1,25 e 1,50, si entrerebbe nel terzo scenario, con l’epidemia diffusa e il sistema sanitario al limite. Entro due o tre mesi si assisterebbe al sovraccarico dei reparti e delle terapie intensive. Verrebbero interrotte le attività sociali, culturali e sportive con rischio di assembramenti e scatterebbe l’interruzione di alcune attività produttive e commerciali.

Alcuni insegnamenti a rischio, come educazione fisica, laboratori, canto e strumenti a fiato, potrebbero essere sospesi a livello nazionale, e le lezioni scaglionate a rotazione tra mattina e pomeriggio. Potrebbe anche rivelarsi necessaria la chiusura temporanea delle scuole di ogni ordine e grado in base alla situazione epidemiologica.

Il quarto scenario, con trasmissibilità incontrollata e Rt superiore a 1,50, comporterebbe un sovraccarico di ospedali e servizi assistenziali nel giro di un mese e sarebbe impossibile proteggere le categorie più fragili. A quel punto scatterebbe un lockdown generalizzato, di con una durata definita dall’andamento dell’epidemia.

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