Cesare Battisti rifiuta di trasferirsi nel braccio degli jihadisti del carcere di Rossano

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«Oggi volevano trasferirmi con i jihadisti e al mio rifiuto hanno minacciato di usare la forza. Poi hanno deciso di avvisare prima il Ministero con una dichiarazione dove io ribadisco le minacce ricevute dall’Isis e da Al Qaeda nel 2004 e 2015 più il libro che ho in corso che tratta della Siria. Loro dicono di aver fatto ricerche in questo senso ma non risulta niente e intanto prenderò un altro rapporto disciplinare. Se poi il Ministero deciderà che devo andare con i jihadisti mi porteranno via con la forza. Dicono anche di avere il famoso parere favorevole dell’antiterrorismo che dicono non esista, ma invece esiste». Lo dice Cesare Battisti dal carcere di Rossano (Cosenza) in una conversazione telefonica registrata dai familiari e inviata al legale dell’ex terrorista dei Pac, Davide Steccanella.

Ecco i giusti commenti dei familiari delle vittime:

PERRUGGINI – «Battisti ormai è in pieno delirio. Sono incommentabili le sue dichiarazioni: prima è un povero delinquente immischiato nel terrorismo quasi per caso, ora addirittura un uomo così pericoloso da dar fastidio anche ai jihadisti. Spero non siano ulteriori occasioni di messaggi in codice ai suoi ‘complici’. Quante altre ancora ne dovremo sentire da questo killer senza dignità e senza scrupoli?». Così all’Adnkronos Potito Perruggini, nipote del brigadiere della polizia Giuseppe Ciotta ucciso a Torino nel 1977 da Prima Linea, commenta la registrazione telefonica di Cesare Battisti durante un colloquio con i propri familiari. «Se vuole parlare così tanto allora racconti finalmente un po’ di verità sulle complicità politiche istituzionali che lo hanno finora coperto durante i lunghissimi anni di latitanza e vita dorata», conclude Perruggini.

CAMPAGNA – «Ha paura di essere trasferito con jihadisti? Mi viene da ridere. Queste sono tutte cose che fanno parte del suo repertorio. Sta tirando fuori le sue armi per ottenere sconti e benefici. Armi che non uccidono più come quelle che usava, ma comunque strumenti per ottenere qualcosa». Così all’Adnkronos Maurizio Campagna, fratello di Andrea, agente della Digos di Milano ucciso dai Pac, commenta le parole di Cesare Battisti.

TORREGGIANI – «Si lamenta sempre e non si capisce èpiù nulla, ma me l’aspettavo. Che musulmani lo minaccino in Calabria mi sembra esagerato».

L’ex terrorista dei Pac, dopo essersi fatto gioco della giustizia e degli italiani per decenni, con la complicità dell’estrema sinistra internazionale, in Francia e Brasile, vuol continuare a prendere in giro gli italiani. Speriamo che il governo giallorosso e i magistrati, almeno in questo caso, non cadano nel tranello

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