Massa, sorelline uccise: la procura avrebbe emesso due avvisi di garanzia per omicidio e lesioni colpose

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Due avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Malak e Janna Lassiri, le due sorelle di 14 e 3 anni, residenti a Torino, uccise domenica scorsa da un pioppo caduto sulla tenda dove stavano dormendo con i loro familiari nel campeggio Verde mare di Marina di Massa (Massa Carrara). Secondo quanto appreso ad essere iscritti nel registro degli indagati sarebbero stati i due soci dello stesso camping. Proprio oggi, 2 settembre, è in programma l’autopsia sulle due sorelle, disposta dalla procura che indaga per omicidio e lesioni colpose.
Il 1 settembre, invece c’è stato un primo sopralluogo dell’agronomo incaricato dalla procura di verificare le cause del cedimento della pianta. Gli inquirenti vogliono verificare se il crollo sia stato provocato solo dal forte vento che ha interessato la zona domenica scorsa o se la pianta fosse già malata.

“Ho visto le mie due figlie sdraiate sul lettino dell’obitorio una accanto all’altra: sembravano due angeli addormentati. Io lo so, andranno sicuramente in paradiso. Ma intanto spero che qui sulla terra sia fatta giustizia, perché quell’albero non doveva cadere addosso a loro. Era tutto marcio e doveva essere tagliato prima. Io non voglio accusare nessuno, ci sono le indagini per questo. Chiedo solo giustizia e verità”. E’ il racconto di Hicham Lassiri, come riporta oggi Il Tirreno, padre delle due sorelle torinesi di origini marocchine, Malak e Jannat di 14 e 3 anni, uccise domenica mattina in un campeggio di Marina di Massa (Massa Carrara) dalla caduta di un albero sulla loro tenda. “Ci ha svegliato il rumore del vento. Un boato – aggiunge il padre -. Dopo pochi secondi è caduto l’albero. Jannat, la piccolina, non la vedevo. Mi sono avvicinato a Malak che aveva un taglio sulla fronte e mi diceva ‘Papà non riesco a respirare, non ce la faccio’. Io le ho risposto: Non mi lasciare, ti prego non mi lasciare ma lei mi ha guardato e ha detto ‘Non posso. Vi voglio bene’. Queste sono state le sue ultime parole. Poi è svenuta e non si è più svegliata”. Lassiri spiega di non sentirsela “di tornare al campeggio e vedere i giochi e i vestiti sparpagliati delle mie bambine. Ci sono tornato domenica pomeriggio per riprendere mio figlio che avevamo lasciato lì in compagnia mentre io e mia moglie eravamo all’ospedale. Siamo arrivati alle 4 e ho visto che stavano tagliando alcuni alberi. Allora mi chiedo: forse quegli alberi andavano tagliati prima? Forse anche l’albero che è caduto addosso alle mie figlie andava tagliato prima? Non c’è stata una tromba d’aria, solo un vento forte. Spero che si scopra la verità”. “Ora io mi domando: si può morire per un albero?”.

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