Cinema e varietà in lutto: è morta Franca Valeri. Aveva appena compiuto 100 anni

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E’ il caso di dirlo: sono in lutto il cinema e il varietà, i suoi amori di una vita lunga oltre un secolo. E’ morta Franca Valeri, un mito: il 31 luglio aveva compiuto 100 anni. Se n’è andata poco dopo aver raggiunto il traguardo di un secolo di vita. Un secolo vissuto intensamente. La sora Cecioni entrava nelle case degli italiani dagli schermi in bianco e nero della Rai dei varietà, degli Studio Uno, delle tras missioni firmate da quel genio di Antonello Falqui. L’Italia che si accomodava sul divano davanti a una scatola che

trasmetteva un solo canale, rideva per quelle inverosimili storie che quel personaggio femminile dall’accento ciociaro raccontava a
mamma.

Franca Valeri ha lasciato il segno con film come «Il segno di Venere» (dove è la romantica Cesira in cerca di marito ma oscurata da una
prorompente Sophia Loren, cugina ingombrante), Il vedovo (a fianco del cialtrone Alberto Sordi, che lei chiama cretinetti) e Piccola
posta (sempre con Sordi, dove cura la posta del cuore di una rivista femminile, spacciandosi per la contessa polacca Eva Bolasky); con opere teatrali come Lina e il cavaliere e Le catacombe; spettacoli televisivi della Rai in bianco e nero come Studio Uno (con uno dei
suoi personaggi più celebri, la sora Cecioni, con la parola d’ordine al telefono Pronto, mamma?) e Sabato sera. Ed è stata la prima
attrice comica in Italia, faro e musa di tutte coloro che sarebbero venute dopo: Lella Costa, Sabina Guzzanti, Luciana Littizzetto tra le
altre.

In campo cinematografico Valeri è nota soprattutto per le sue parodie, sempre condotte con buon gusto ed eleganza drammaturgica, senza mai ricorrere a facili espedienti: la sua stata è una comicità di testa dalla quale trasparivano intelligenza e autoironia. Nella sua
filmografia sono tuttavia presenti anche ruoli più complessi e sfumati, che ha interpretato rivelando non minore talento.

Lei, milanese, da tempo aveva inventato una maschera laziale, bissando quel successo che gia’ aveva ottenuto con un’altra figura
divenuta mitica: la signorina snob. Franca Valeri, icona della tv del dopoguerra aveva sdoganato la comicità femminile imponendola in un’Italia ancora maschilista, dove il gentil sesso nella tv di Stato era relegata (tranne per rari casi) al corpo di ballo, al massimo esiliata al rango di soubrette. Donna colta, intelligentissima, fine attrice di teatro, padrona del palcoscenico, aveva dimostrato fin da subito il suo genio creativo, sorretto da una cultura sconfinata maturata nei sui continui e prolifici contatti con il mondo intellettuale
meneghino e le sue letture impegnate. Donna di spettacolo, aveva affinato la sua tecnica dapprima nei teatri milanesi, quindi nel cinema e poi nei piccoli club parigini.

Gilda Giusti

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