Conte: domani in cdm proposta revoca concessioni Aspi

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«I Benetton non hanno ancora capito che questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi privati». In una intervista con la Stampa, Giuseppe Conte fa sapere che domani, nel cdm, si deciderà sulla revoca della concessioni autostradali: i Benetton «hanno beneficiato di condizioni irragionevolmente favorevoli per loro: può bastare così. Porterò la questione della revoca in Consiglio dei ministri e decideremo collegialmente, ma non siamo disponibili a concedere ulteriori benefici».

Poi sul Fatto, intervistato aggiunge: «Se devo esprimere una valutazione personale, alla luce di tutto quanto è accaduto, sarebbe davvero paradossale se lo Stato entrasse in società con i Benetton. Non per questioni personali, che non esistono, ma per le gravi responsabilità accumulate dal management scelto e sostenuto dai Benetton nel corso degli anni fino al crollo del Morandi e anche dopo. I Benetton –
scandisce Conte – non prendono in giro il presidente del Consiglio e i ministri, ma i famigliari delle vittime del ponte Morandi e tutti gli italiani».

Le reazioni politiche.

MELONI (FdI) – «Io sarei stata più più cauta di Conte oggi nel fare un’intervista anticipando qualcosa che il Consiglio dei Ministri ancora non ha deciso, perché stai parlando di una quotata in borsa e infatti sta crollando. La politica ha bisogno di responsabilità però credo che la principale responsabilità di chi gestisce la cosa pubblica sia fare in modo che quella cosa pubblica sia gestita nell’interesse del pubblico».

GELMINI (Fi) – «adesso Conte pretende la testa dei Benetton: una specie di esproprio contra personam, senza alcun fondamento giuridico. Il fatto che la strampalata operazione possa costare agli italiani – in termini di penali, mancati investimenti, e valore in Borsa della società (in queste ore il titolo Atlantia sta crollando a Piazza Affari) – svariati miliardi di euro non sembra turbare Palazzo Chigi. Contano di più i like su Facebook, conta di più puntellare la propria traballante poltrona».

PAITA (Iv) – «Noi pensiamo che la revoca sia un atto tecnicamente difficile e rischiosissimo, con ricorsi e contenziosi che pagheranno i cittadini. Noi non abbiamo mai difeso nemmeno un giorno i Benetton, ma pensiamo che le cose vadano chiarite in tribunale e non al tribunale dei populisti».

CRIPPA (M5S) – «Basta prese in giro: l’unica strada possibile è la revoca della concessione della gestione di Autostrade per l’Italia ai Benetton. Condivido le parole del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: Non accetteremo di sacrificare il pubblico interesse alla sicurezza e alla giustizia, sull’altare degli interessi privati di una famiglia».

ZINGARETTI (Pd) – «La lettera di Aspi al Governo è deludente e conferma ulteriormente l’esigenza di un profondo cambio di indirizzo dell’Azienda basato su impegni rigorosi in materia di tariffe, sicurezza e investimenti, e su un assetto societario che veda lo Stato al centro di una nuova compagine azionaria che assicuri l’avvio di questa nuova fase. I rilievi del Presidente del Consiglio sono condivisibili».

SALVINI (Lega) – «Faremo una segnalazione a tutti coloro che devono vigilare sulla regolarità della gestione dei risparmi e dell’andamento dei titoli in borsa, perché i risparmiatori che hanno i titoli di Atlantia in tasca sono anche operai e lavoratori, non sono i milionari e i Benetton. Quindi se uno chiacchierando a sproposito fa andare in fumo milioni e milioni di euro di risparmi dei cittadini italiani, ne risponde». Poi aggiunge: «La revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia è una questione giuridica, non politica. Voglio vedere il parere legale. Il premier ha in mano una studio giuridico? Voglio vedere se permette o meno la revoca. Se ci sono gli estremi si revoca, se non ci sono, si proroga».

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