Mattarella: «Toghe recuperino credibilità, gravi distorsioni all’interno del Csm»

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Ha suscitato profonda impressione, nel mondo politico e non solo, l’intervento, questa volta deciso e dirompente del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nei confronti di una parte della magistratura durante la commemorazione di alcuni giudici uccisi, come Rosario Livatino. Mattarella, magistrato e ora, per la carica che ricopre, anche presidente del Consiglio superiore della magistratura, ha pronunciato frasi che sono più di una sferzata. Il suo è stato un richiamo forte, un ammonimento palese a far ritrovare a uno dei poteri dello Stato quella credibilità che le vicende più o meno recenti hanno messo seriamente in discussione

Rileggiamole, dunque, le frasi del Presidente della Repubblica. Che suonano così: «Quel che è apparso ulteriormente», dopo lo scandalo apertosi un anno fa all’interno del Csm, «fornisce la percezione della vastità del fenomeno allora denunziato; e fa intravedere un’ampia diffusione della grave distorsione sviluppatasi intorno ai criteri e alle decisioni di vari adempimenti nel governo autonomo della Magistratura».

E ancora: «Sono certo», ha aggiunto, chele gravi distorsioni emerse all’interno del Csm «non appartengono alla Magistratura nel suo insieme, che rappresenta un Ordine impegnato nella quotidiana elaborazione della risposta di giustizia rispetto a una domanda che diventa sempre più pressante e complessa. Desidero sottolineare, anche in questa circostanza, che a portare allo scoperto le vicende, che provocano così grave sconcerto nella pubblica opinione, è stata un’azione della Magistratura, che ha svolto la propria funzione senza esitazioni o remore di alcun tipo. La stragrande maggioranza dei magistrati è estranea alla modestia etica – di cui è stato scritto nei giorni scorsi – emersa da conversazioni pubblicate su alcuni giornali e oggetto di ampio dibattito nella pubblica opinione. E, anche per questo, non si può ignorare il rischio che alcuni attacchi alla Magistratura nella sua interezza siano, in realtà, strumentalmente diretti a porne in discussione l’irrinunciabile indipendenza».

Tuttavia, Mattarella ha sottolineato di non voler ricorrere a misure straordinarie: «H ritenuto, e ritengo, di avere il dovere di non pretendere di ampliare» la sfera dei poteri costituzionali del presidente. «Non esistono motivazioni contingenti che possano giustificare l’alterazione della attribuzione dei compiti operata dalla Costituzione: qualunque arbitrio compiuto in nome di presunte buone ragioni aprirebbe la strada ad altri arbitri, per cattive ragioni». Ma il problema è sul tappeto e il forte richiamo del Presidente della Repubblica ha messo sotto gli occhi di tutti una situazione che deve essere affrontata e risolta prima possibile. Anche e soprattutto per la rispettabilità e il decoro di uno degli organismi fondamentali della vita del Paese.

Sandro Bennucci

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