Migranti: Italia e altri 4 paesi del mediterraneo chiedono ricollocamento obbligatorio

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Introduzione di un sistema obbligatorio per il ricollocamento tra Paesi dei migranti arrivati sul territorio Ue e superamento del principio della responsabilità del primo Paese d’ingresso per i richiedenti asilo: sono due dei principali interventi che Italia, Cipro, Grecia, Malta e Spagna giudicano necessari per impostare una nuova politica di ricollocamenti obbligatori. La “solidarietà e un’equa condivisione delle responsabilità”, si legge nel documento dei cinque Paesi Med in prima linea su questo fronte, «devono essere alla base del nuovo Patto europeo sull’ immigrazione e l’asilo».
Il ‘non paper’ è stato illustrato quando la Germania ha presentato le sue priorità – tra cui la riforma di Dublino e un nuovo Patto sull’immigrazione – per la presidenza di turno dell’Unione che assumerà dal primo luglio prossimo.
Per cercare di superare il problema degli sbarchi dei migranti salvati dalle unità che incrociano nelle zone SAR (search and rescue) davanti alla Libia, i cinque Paesi Med sottolineano che queste operazioni vanno considerate come la conseguenza del rispetto degli obblighi imposti dalle legge del mare e non come il risultato di un controllo inefficiente delle frontiere marittime.

E specificano che in questi casi si deve applicare il meccanismo obbligatorio di ripartizione. «In caso di una pressione migratoria sproporzionata sui Paesi di confine che si affacciano sul Mediterraneo –
si legge nel documento – deve essere proposto un luogo sicuro alternativo per lo sbarco».

Parallelamente sarebbe necessario adottare linee guida comuni rispetto alle attività condotte nelle zone SAR anche da unità private. E un meccanismo comune europeo che garantisca l’esecuzione dei rimpatri. Anche per la riforma del sistema d’asilo (Dublino) i cinque Paesi Med puntano sull’introduzione di un meccanismo prestabilito, obbligatorio e automatico basato su una ridistribuzione ‘pro quota’ tra gli Stati membri. E questo per rimediare agli squilibri generati dal principio della responsabilità del Paese di primo ingresso, principio concepito in un contesto diverso dall’attuale.
«In un sistema di ricollocamenti obbligatori – si legge ancora nel documento – giudichiamo accettabile che il Paese d’arrivo debba farsi carico solo dei primi accertamenti necessari per verificare l’identità del richiedente asilo e dei necessari controlli di sicurezza e sanitari».

Il ‘non paper’ è stato presentato dalla ministra Luciana Lamorgese ai suoi colleghi durante la videoconferenza dei ministri dell’Interno Ue.

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