Coronavirus: l’indice Rt di contagio stimato dall’ISS, Toscana a livello 2

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Dal report settimanale di monitoraggio della Fase 2 , reso disponibile dall’Istituto Superiore della Sanità, emerge innanzituttola la notizia che la curva è in calo in tutte le Regioni, anche in Lombardia (scarica le slides qui).

Ha usato queste parole il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, nella conferenza stampa settimanale sull’andamento della pandemia. Ma anche se i casi di coronavirus sono in decremento, ha avvertito, il virus continua a circolare e bisogna mantenere l’attenzione alta.

Cos’è l’indice di contagio Rt
Al centro del monitoraggio della Fase 2, in particolare, c’è un numero: l’indice di contagio Rt, che, ha spiegato Brusaferro, oscilla ancora sul territorio e «non è una pagella, ma uno strumento dinamico che ci aiuta a capire cosa succede e va incrociato con altri dati». Il parametro misura, Regione per Regione, la potenziale trasmissibilità della malattia legata alla situazione contingente, diverso dall’indice R0 che misura invece il numero dei casi secondari a partire da un caso di contagio.

Ad oggi, ha chiarito Brusaferro, «i dati sono buoni, e ci danno la garanzia della capacità delle Regioni di intervenire». Non ci sono, quindi, segnali di sovraccarico delle strutture ospedaliere, sia per quanto riguarda le terapie intensive, sia per ciò che concerne reparti. Questo non significa che si possa abbassare la guardia: non si può escludere, ha detto il presidente dell’Iss, un incremento di contagi nelle prossime settimane; l’importante, ha specificato, è che abbiamo gli strumenti per intercettarli. Fondamentale in questa fase, insomma, il contact tracing, su cui le Regioni stanno cercando di attrezzarsi.

L’andamento sul territorio
Il trend è in calo anche in Lombardia, la Regione più colpita dalla pandemia. L’indice Rt, infatti, è passato dal precedente valore di 0,62 a 0,51. In generale, la Val d’Aosta è l’unica Regione dove il parametro che misura la trasmissibilità del virus è superiore a 1, attestandosi a 1,06. «Non vorrei, ha specificato in proposito Brusaferro, che la Val d’Aosta diventi un caso, da momento che sono sufficienti pochissimi casi in un’area dove il virus circola poco per far salire questo valore, che resta comunque intorno a 1». I picchi registrati la scorsa settimana in Umbria e Molise sembrano essere subito rientrati, nonostante il grosso dibattito apertosi in proposito: «In Umbria la scala è di 20-25 casi, diversa rispetto a 1-2 mila. In Molise parliamo di un picco legato a una cerimonia funebre: 10-20-30 casi».

Il rischio per le Regioni
In generale, la valutazione relativa all’aumento di trasmissione e all’attuale impatto sui servizi assistenziali è stimata al livello 2, basso, per tutte le Regioni d’Italia, tranne che per la Val d’Aosta, dove è bassa/moderata ed oscilla tra il livello 2 e il livello 3. La Lombardia, al livello 2, è però ancora in osservazione.

I dati Regione per Regione
Ecco l’indice Rt stimato dall’Iss Regione per Regione:

Abruzzo 0,86
Basilicata 0,63
Calabria 0,17
Campania 0,45
Emilia Romagna 0,46
Friuli Venezia Giulia 0,63
Lazio 0,71
Liguria 0,52
Lombardia 0,51
Marche 0,48
Molise 0,51
Piemonte 0,39
Bolzano (provincia autonoma) 0,45
Trento (provincia autonoma) 0,77
Puglia 0,56
Sardegna 0,27
Sicilia 0,69
Toscana 0,59
Umbia 0,53
Valle d’Aosta 1,06
Veneto 0,56

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