Coronavirus: sull’Oms è scontro Usa-Cina. Trump attacca. Pechino: solo fango

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E’ guerra Usa-Cina sul coronavirus. Bersaglio di Trump è l’Organizzazione m ondiale della sanità. Se l’Oms non si impegna su sostanziali miglioramenti nei prossimi 30 giorni, il presidente americano renderà definitiva la decisione temporanea di sospendere i finanziamenti Usa. In sostanza, Trump ha minacciato di riconsiderare l’adesione Usa all’Oms. E’ quanto scrive lo stesso presidente americano in una lettera inviata al direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, postata su Twitter, in cui il tycoon elenca le accuse sulla gestione della crisi del Covid-19 e l’eccessiva vicinanza alla Cina. La lettera di Trump è stata resa nota nel giorno in cui a Ginevra si tiene l’assemblea mondiale della sanità.

Trump ha anche riferito che prende l’idrossiclorochina (un anti malarico, ndr) da oltre una settimana e mezzo. «Una pillola al giorno, cosa c’è da perdere», ha detto alla Casa Bianca, aggiungendo di essere testato ogni due giorni e di esser sempre stato negativo al coronavirus. "Un paio di settimane fa ho cominciato a prenderla", ha detto ai reporter, aggiungendo di essersi consultato con il medico della Casa Bianca. I dati preliminari sull’idrossiclorochina mostrano che il farmaco non ha alcun beneficio provato o ha benefici limitati per i malati di coronavirus, con effetti che possono anche essere dannosi se la sostanza è usata in certe combinazioni.

Datata 18 maggio, il giorno dell’assemblea, la missiva di Trump elenca in 4 pagine le accuse del tycoon sul "fallimento della risposta" dell’Oms al Covid-19 alla luce dell’apposito esame fatto dopo la sospensione temporanea dei contributi Usa annunciata il 14 aprile, da cui è emerso "un’allarmante carenza di indipendenza dalla Repubblica popolare cinese". Entro fine dicembre l’ufficio di Pechino dell’Oms era a conoscenza di un problema a Wuhan, e il 31 dicembre le autorità di Taiwan segnalarono la trasmissione dell’infezione da uomo a uomo.

L’Oms ha ripetutamente, secondo Trump, dato giudizi inaccurati e furovianti, spesso riprendendo le posizioni cinesi, tra la non trasmissione del virus da uomo a uomo, e le lodi sulla trasparenza del direttore generale alla Cina dopo l’incontro del 28 gennaio a Pechino con il presidente Xi Jinping, nonché una presunta telefonata del 21 gennaio di Xi col numero uno dell’Oms perché non dichiarasse l’emergenza epidemica. «La mia amministrazione – scrive Trump – ha già iniziato le discussioni su come riformare l’Organizzazione". In caso contrario, in assenza di cambiamenti significativi, "non permetterò che i dollari dei contribuenti americani continuino a finanziare un’Organizzazione che, allo stato, non sta chiaramente servendo gli interessi dell’America».

LA REPLICA DELLA CINA – La lettera inviata dal presidente Usa Donald Trump all’Oms "inganna l’opinione pubblica e infanga la Cina": è la risposta del portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian alla mossa del tycoon che ha postato in piena notte su Twitter le 4 pagine della missiva al direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, accusando la cattiva gestione dell’Oms nella crisi del Covid-19 e la mancanza di indipendenza da Pechino. La lettera "tenta di spostare le colpe dalla risposta maldestra" degli Usa alla pandemia, ha aggiunto Zhao.

MESSAGGIO DI SPERANZA ALL’OMS – «Rafforzare il ruolo centrale dell’Oms, soprattutto in tempi di crisi, lavorare insieme per costruire un’Agenzia più forte. Dobbiamo assicurarci che sia completamente indipendente da influenze esterne, politiche o finanziarie, e che sia guidata solo dalla scienza»: lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine del suo intervento all’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolineando l’importanza di un vaccino come diritto di tutti. «In questo senso è importante che gli Stati contribuiscano – ha aggiunto Speranza – con risorse umane e finanziarie con l’unico obiettivo di aumentare la preparazione e la risposta dei singoli Paesi con il supporto di alto livello tecnico e scientifico dell’Agenzia al servizio di tutti gli individui. Una sfida fondamentale è lo sviluppo di un vaccino per il COVID-19 sicuro ed efficace. Dobbiamo e che sia considerato un bene pubblico globale, un diritto di tutti e non un privilegio per pochi».

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Ernesto Giusti

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