Fase 2, Rossi: «La Toscana riapre negozi, bar, ristoranti. Ma scuola chiusa. Conte spieghi perchè»

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Da domani, 18 maggio, Firenze e la Toscana tornano quasi alla normalità. Quasi perchè resta chiusa una delle componenti fondamentali della nostra vita: la scuola. E proprio su questo punto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che su Facebook fa il suo annuncio allineandosi a tutti gli altri, chiede al governo di motivare questa scelta. Ed ecco che cosa dice: «L’ordinanza per la Regione Toscana si conformerà alle date del decreto legge e del dpcm per le riaperture delle varie attività, salvo miglioramenti e chiarimenti nei prossimi giorni. Anche i protocolli per la sicurezza che adotteremo, salvo raccomandazioni e consigli, sono quelli nazionali».

E dopo la premessa il punto interrogativo, appunto diffuso su Facebook: «Mi permetto di fare però una domanda al governo: se si riapre tutto, perché non si riapre anche la scuola?». Quindi l’elenco, puntuale, di tutto ciò che sarà di nuovo possibile fare: in Toscana da lunedì 18 maggio, dunque, potranno riaprire i negozi, i servizi di cura alla persona, bar e ristoranti, gli stabilimenti balneari, gli uffici pubblici e i musei. Dal 25 maggio potranno riaprire le palestre, le piscine e i centri sportivi. Dal 15 giugno potranno riaprire cinema e teatri, e cominceranno una serie di offerte ricreative per i bambini. Dal 18 maggio ci si potrà muovere liberamente all’interno della propria regione, salvo disposizioni più restrittive per aree specifiche in cui sarà rilevato un maggiore rischio di contagio. Da domani si potranno incontrare anche gli amici. Fino al 2 giugno ci si potrà muovere da una regione all’altra solo per motivi di lavoro, salute o assoluta urgenza; dal 3 giugno potrebbe tornare possibile spostarsi liberamente tra regioni diverse: ma dovrà essere valutato e dipenderà dai nuovi dati sull’epidemia, che potrebbero richiedere provvedimenti specifici e più restrittivi per certe aree.

Ma in chiusura di ragionamento, il Presidente della Toscana torna sulla domanda: Perchè la scuola no? Che cosa c’è di diverso se si permette tutto il resto?». Il Premier Conte e la ministra dell’Istruzione, Azzolina, dovrebbero avere il garbo di dare una risposta. Anche perchè non solo Rossi, ma moltissime famiglie, anche in Toscana, vorrebbero capire meglio la ratio di una scelta più demagogica che pratica.

Sandro Bennucci

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