DL Rilancio: spunta ipotesi maxivendita immobili pubblici

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Dopo ripetuti slittamenti, il Dl rilancio si prepara a tagliare il traguardo e il varo in Consiglio dei Ministri è atteso nella giornata di oggi. Ufficialmente, però, la partita sul decreto che porterà in dote un tesoretto da oltre 55 miliardi – pari a più Leggi di bilancio messe insieme – e un pacchetto di misure per famiglie e imprese non è ancora chiusa : doveva arrivare ad aprile, poi è slittato a maggio, fino ad essere ribattezzato decreto rilancio per uscire dall’impasse temporale. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, spinge per l’ok definitivo consapevole della necessità di agire rapidamente per dare al Paese una boccata di ossigeno, finora completamente assente, necessaria anche per ammorbidire il possibile effetto boomerang derivante dai ripetuti slittamenti.

Il nodo principale, la regolarizzazione dei migranti. Dopo che nel vertice di domenica notte pareva fosse stata trovata una intesa, lunedì il M5S, diviso sull’argomento al suo interno – si è messo di traverso dicendo no a qualsiasi “sanatoria”. Asse comune, tra Pd e Italia Viva, in prima linea la ministra Teresa Bellanova che ha promosso il tema della regolarizzazione, e il Premier Conte che manda messaggi distensivi, cercando la mediazione. Che sembra alla fine sia arrivata. Oltre alle consuete anticipazioni governative, alle quali ormai siamo abituati, spunta adesso un’altra idea per raggranellare fondi per la copertura delle spese, la vendita di immobili pubblici per contribuire al risanamento dei conti pubblici italiani. In particolare l’ipotesi prevedrebbe un consistente programma di dismissioni immobiliari fino al 2021. I beni potrebbero essere sia quelli direttamente in possesso dello Stato, sia quelli degli enti pubblici. Al vaglio la possibilità di ricorrere a una pluralità di strumenti per permettere il collocamento sul mercato degli immobili pubblici, anche con procedure straordinarie o attraverso società di gestione di fondi immobiliari. Non è esclusa la possibilità di cessione in blocco.

Se son rose fioriranno, ma siamo ormai abituati alle incertezze e alle sorprese (in genere negative) di Conte e del suo branco di ministri e di esperti.

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