Le bozze sul Dl Rilancio sono deludenti: per le pmi pochi interventi e troppa burocrazia: così è il de profundis per le piccole imprese. A bocciare l’ultima versione circolata del Dl di maggio che il governo deve ancora approvare è la Confesercenti che annota come sia stato «dimenticato il turismo, sono da rivedere gli indennizzi e il credito di imposta mentre suona come una beffa la mancata cancellazione degli acconti Irpef ed Ires a giugno. Se il Consiglio dei ministri non correggerà il tiro un’impresa su quattro rischia di non riaprire. Anche l’indennizzo a fondo perduto è da rifare, perché così esclude le attività minori. E il credito di imposta per gli affitti non aiuta chi non ha avuto la liquidità per pagare. Una vera e propria beffa, poi, che rimanga ancora da pagare l’acconto di Irpef ed Ires di giugno. L’auspicio è che il testo in arrivo sul tavolo del CDM corregga le troppe inconsistenze delle bozze circolanti’, spiega De Luise, Presidente di Confesercenti.
«Un decreto di oltre 400 pagine e più di 250 articoli poteva e doveva dare risposte chiare, semplici ed immediate. Invece è un tripudio della burocrazia e della complicazione, che dimostra poca attenzione alle piccole e medie imprese: l’intervento sull’Irap è positivo, ma ha poche ricadute sulle attività di minori dimensioni. C’è poi troppo
poco per il turismo: il tax credit per il settore è poca cosa, la dotazione del fondo turismo irrisoria e anche il bonus vacanze è sotto le aspettative’. Le imprese hanno voglia di riprendere l’attività, ma così sarà una corsa ad ostacoli. È quanto accade con gli indennizzi a fondo perduto: si tratta dell’intervento più atteso, ma è estremamente limitato, come parametro ha solo aprile, invece che l’intero periodo di fermo, e per fruirne servono ben nove dichiarazioni. E i tanti, troppi limiti imposti per accedere al beneficio penalizzano, ancora una volta, le imprese di minori dimensioni. Anche l’intervento sugli affitti penalizza gli alberghi e tutte le attività che non hanno avuto liquidità per pagare i canoni durante il lockdown. Manca inoltre un intervento di ‘velocizzazione’ della cassa integrazione in deroga, ancora non arrivata a troppi, così la ripartenza sarà dura’».