Serie A, settimana decisiva: mercoledì assemblea della Lega. Fiorentina: lievi forme di contagio

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Il governo manterrà l’impegno, oppure prenderà ancora il giro il calcio di serie A come sta facendo un po’ con tutti? Intanto il mondo del calcio italiano è pronto a vivere la settimana piu’ importante dallo scoppio dell’emergenza sanitaria. Nelle prossime ore, infatti, l’atteso report del Comitato tecnico scientifico sul protocollo per la ripresa degli allenamenti collettivi, presentato dalla Federcalcio e discusso giovedi’ scorso, sarà consegnato al Governo. Le sensazioni degli ultimi giorni fanno ben sperare la Figc: dopo il via libera agli allenamenti individuali anche nei centri sportivi delle società, ripartiti gia’ nell’ultima settimana. L’Esecutivo dovrebbe
rispettare il crono-programma stilato dal ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora e permettere la
ripresa degli allenamenti collettivi a partire dal 18 maggio. Il maxi-ritiro previsto dal protocollo per due settimane sembra aver rassicurato almeno in parte gli scienziati del Cts: gli esami medici che ogni societa’ effettuerà su giocatori, tecnici e staff a contatto con la squadra, peraltro gia’ avviati negli ultimi giorni con i test sierologici, e il successivo isolamento del gruppo per quattordici giorni andranno a minimizzare il rischio di nuovi contagi.

FIORENTINA – Anche la Fiorentina, nonostante le nuove positività, si sta impegnando al massimo per rimettersi in carreggiata. Il medico sociale, dottor Luca Pengue, ha detto oggi, domenica 10 maggio, che i calciatori sono asimtomatici. La speranza che possano scrollarsi di dosso in fretta ogni traccia del virus avrebbe fondamenta concrete. I risultati di alcuni test effettuati, in realtà, mostrano una forma molto lieve di contagio. «Noi stiamo facendo tutte le cose per bene – ha detto Pengue ai microfoni di del Tg Rai della Toscana – applicando alla lettera i protocolli proposti dalla Figc. La cosa prioritaria per noi è la sicurezza delle persone». Lo stesso Pengue era uno dei positivi nella prima fase dell’emergenza Coronavirus. «Ho passato momenti molto difficili -ha raccontato il responsabile dello staff medico gigliato- Sono stati molto pesanti per me e per la mia famiglia. Non nascondo che sono stati anche giorni di paura. Adesso rimane un brutto ricordo e sono quasi completamente recuperato».

CAMPIONATO – Per la ripresa del campionato, invece, la partita resta aperta. Pur di provare a concludere la stagione 2019/2020, la cui deadline potra’ essere posticipata al 2 agosto come da indicazione Uefa, Il mondo del calcio sembra orientato ad accettare la parità di trattamento sulla quarantena obbligatoria per chi dovesse venire a contatto con un nuovo contagiato, come richiesto da medici e scienziati. Restano del resto altre questioni aperte: dal problema delle citta’ maggiormente colpite dalla pandemia (l’idea di far giocare i club del Nord negli stadi del Sud non riscuote successo tra le società) al bisogno di implementare le coperture
assicurative dei giocatori, dalle perplessità degli stessi calciatori e dei medici sui rischi connessi alla ripartenza del campionato alla questione irrisolta dei contratti in scadenza il 30 giugno. Temi che la Federcalcio spera di discutere al più presto anche con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha promesso un confronto sulla possibile ripartenza che potrebbe avvenire già in settimana. Il mio pensiero? Conte, con tutto il rispetto, non conosce la materia: si affiderà ai cosiddetti esperti che complicheranno le cose fino all’inverosimile. Il problema è che fra i dirigenti del calcio, oggi, non c’è una figura carismatica – alla Franchi o alla Italo Allodi tanto per fare due esempi davanti ai quali inchinarsi – che possa trascinare il movimento sportivo e costringere il governo a
ragionevoli condizioni di ripartenza.

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ASSEMBLEA – Di sicuro mercoledì è in programma un’assemblea della Lega Serie A, chiamata a discutere anche delle problematiche connesse ai ritardati pagamenti dell’ultima rata dei diritti tv da parte delle televisioni. Per riconvocare il Consiglio federale inizialmente previsto per venerdi’ scorso, invece, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, attende di conoscere la posizione del Governo. Che sembra orientato a dare il via libera dal 18 maggio agli allenamenti collettivi delle squadre, riaccendendo nel calcio italiano la speranza di poter concludere la stagione. Ma ripeto: l’Esecutivo non ha certezze. Conte non conosce le dinamiche del calcio, il ministro della salute, Speranza, si para dietro il parere degli esperti, il ministro dello sport, Spadafora, fa un passo avanti e due indietro. L’auspicio è che in questa settimana non ci siano nuovi scossoni sul fronte dei contagi (passeranno i fatidici 14 giorni dal 4 maggio, giorno di avvio della fase 2) e che quindi il governo possa ragionevolmente mollare la presa.

Sandro Bennucci

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