Coronavirus: dl maggio da 55 bloccato. Governo litiga e rinvia tutto. Mentre il Paese soffre

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A parole si vuole dare un taglio alla burocrazia e portare soldi subito nelle tasche degli italiani. I fatti registrano invece tensione altissima nella maggioranza di governo che appare sempre più una banda sbandata che sta insieme solo per tenere le poltrone e non rischiare di andare al voto. Il dl di maggio da 55 miliardi è fermo,
imbalsamato. Mentre il Paese soffre e chiede, per esempio, di accelerare all’11 maggio le riaperture di negori, bar e ristoranti, dando anche segnali positivi ai balneari che non sanno che cosa fare in vista di una stagione che temono irrimediabilmente perduta.

E tutto questo nonostante l’invito distensivo del premier Giuseppe Conte a Italia viva per un incontro a Palazzo Chigi, per provare a saldare la maggioranza e invitare però i renziani a uscire dalla dinamica delle bandierine nel confronto di maggioranza. Iv infatti nell’accogliere l’invito rilancia la sfida ponendo il problema giustizia e la questione di Bonafede, verso il quale già sulla prescrizione aveva minacciato la sfiducia, e rilanciando sulle misure del decreto di maggio. Irrita così gli alleati. «E’ chiaro che l’unico obiettivo dei renziani è logorare Conte, ma non si rendono conto che il Paese non capisce chi ora gioca allo sfascio», dice una fonte Dem. Mentre l’attacco a Bonafede non piace affatto ai pentastellati.

«Oggi il passo avanti – dice un dirigente di Iv – è che si segna un punto politico: Conte ha capito che sulle dimissioni Teresa Bellanova fa sul serio. E ha realizzato di aver bisogno di Italia viva, perché i nostri 17 senatori sono determinanti per la maggioranza al Senato. Solo qualche giorno fa ci bollava come partito del 2%, ma se sarà 2% si vedrà quando voteremo, mentre ora i 17 senatori Iv sono realtà e di responsabili che ci rimpiazzino non se ne vedono all’orizzonte. Ora Conte dice di voler ascoltare: vedremo se alle parole seguiranno i fatti». Renzi ha intanto convocato un’assemblea di deputati e senatori di Iv sabato mattina alle 9, via Zoom.

Intanto procede per strappi, tra minacce di dimissioni, mediazioni e frenate, il lavoro della maggioranza sul decreto di maggio. Si litiga su tutto, dalla regolarizzazione dei migranti al campionato di calcio, dal reddito di emergenza alle misure per le imprese. E così rischia di slittare ancora la maxi manovra da 55 miliardi per dare sostegno all’economia: si punta a un Consiglio dei ministri nel weekend ma nulla è ancora scontato, in quella che somiglia sempre più a una corsa contro il tempo.

Sandro Bennucci

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