Cassa integrazione in deroga, la possono riconoscere anche Regioni e province autonome

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Il decreto Cura Italia contro l’emergenza Covid-19 concede a Regioni e Province autonome la possibilità di riconoscere la cassa integrazione in deroga, per massimo 9 settimane, ai datori di lavoro del privato (compresi agricoltura, pesca, terzo settore ed enti religiosi) esclusi da CIG e CIGS. Intervento che dovrà essere confermato e rafforzato con decreto aprile previsto per la fine del mese.

Una questione che riguarda i lavoratori dipendenti riguarda il rapporto fra cassa integrazione e maturazione dei contributo previdenziali.

Contributi in cassa integrazione
I periodi di cassa integrazione sono coperti da contribuzione figurativa, quindi, il lavoratore continua a maturare la pensione. Esistono specifiche eccezioni stabilite specificatamente per i singoli strumenti che vengono attivati.

Per quanto riguarda le diverse forme di ammortizzatore sociale previste per rispondere all’emergenza Coronavirus, come la CIG in deroga, il dl 18/2020 prevede la contribuzione figurativa valida sia ai fini del diritto a pensione sia per il suo calcolo.

All’articolo 22 si legge infatti: “Per i lavoratori è riconosciuta la contribuzione figurativa e i relativi oneri accessori”.

Questi contributi vengono accreditati d’ufficio, senza specifica domanda, nelle Gestioni pensionistiche dei lavoratori pubblici o in quelle dei lavoratori privati, senza onere a carico degli stessi e sono validi sia per raggiungere l’anzianità contributiva necessaria per maturare il diritto a pensione che ai fini della misura, facendo crescere l’importo dell’assegno previdenziale.

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