Coronavirus, Conte: «A casa fino al 3 maggio». Attacco a Salvini e Meloni: «Dicono il falso». E «niente pat rimoniale»

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Tutto ancora chiuso fino al 3 maggio. Il presidente el consiglio, Giuseppe Conte, dopo unìattesa durata tutto il pomeriggio, si è presentato alle 19,36 in conferenza stampa per confermare
l’anticipazione. La proroga vale anche per le attività produttive. Segnali incoraggianti, misure stanno dando frutti. «Abbiamo deciso di prorogare le misure sino al 3 maggio, una decisione difficile ma necessaria e di cui mi assumo tutta la responsabilità». La decisione, spiega, è stata assunta dopo vari incontri e il comitato tecnico scientifico ha dato conferma che la curva epidemiologica è
incoraggiante, le
misure adottate stanno dando frutti e stanno funzionando.

PASAQUA – E ancora: «Non possiamo vanificare gli sforzi compiuti, se cedessimo adesso rischieremmo di perdere i risultati ottenuti, sarebbe una grande frustrazione per tutti, perchè rischieremmo di ripartire da capo e con un aumento del numero dei decessi e delle vittime. Dobbiamo mantenere alta la soglia dell’ attenzione. Lo dobbiamo fare adesso che si avvicina la Pasqua, per il 25 aprile e per il ponte del Primo maggio. La proroga vale anche per le attività produttive, continuiamo a mettere la tutela della salute al primo posto, cerchiamo di ponderare tutti gli interessi in campo, teniamo conto della tenuta del tessuto socioeconomico e produttivo. La nostra determinazione – ha aggiunto – è quella di allentare il prima possibile per tutte le attivita’ produttive per poter far ripartire quanto prima il motore del Paese a pieno regime».

CHI RIAPRE – Deroghe? Conte: «Per quanto riguarda le variazione qualche piccola variazione c’è. Dal 14 aprile riapriamo cartolibrerie, librerie, negozi per bambini e neonati. Apriamo anche qualche attività produttiva, in particolare il taglio dei boschi per fornire i combustili in particolare la selvicoltura, taglio dei bosgni, combustibili, la legna. Avremo due pilastri per la ripartenza, con un gruppo di lavoro di esperti. Il lavoro per la fase 2 è già partito. Non possiamo aspettare che il virus scompaia del tutto dal nostro territorio, superata la fase acuta stiamo lavorando a un programma che poggia su due pilastri: una task force di esperti e un protocollo sicurezza sul lavoro. Questo gruppo di esperto sarà presieduto da Vittorio Colao e tante personalità che risiedono in Italia e all’estero come Giovannini, Maggini, Mazzuccato. Per il gruppo di esperti, ho firmato il relativo decreto, che conterra’ varie professionalita’: sociologi, psicologi, esperti dell’organizzazione del lavoro, manager. Dialogheranno – ha spiegato – con il comitato tecnico scientifico, in modo da avere la possibilità di modificare le logiche dell’organizzazione del lavoro sin qui consolidate, di ripensare alcuni radicati modelli organizzativi fin qui pensati. Dobbiamo immaginare nuovi modelli organizzativi piu’ innovativi in modo che tengano conto della qualità della vita».

LUOGHI DI LAVORO – Protocollo sicurezza luoghi di lavoro.
Raccomandazione a tutti i datori di lavoro, approntare misure rigorose. «Il protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro lo abbiamo gia’ siglato, a metà marzo, con tutte le parti sociali quelli è il nostro tasto base, la nostra bibbia. I nostri esperti lo stanno rafforzando, lo stanno integrando e sara’ quello che consentirà la ripresa di tutte le attività produttive. Ai responsabili delle aziende – ha aggiunto – raccomando di approfittare di questo momento per iniziare a sanificate i luoghi di lavoro, per predisporre le attività di sicurezza dei lavoratori, attrezzandosi già ora per una corretta applicazione di tutte le rigorose misure di protezione».

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SALVINI E MELONI – Sul Mes «sin dalla scorsa notte si è levato un dibattito legittimo e vivace, segno di democrazia. Ma è altrettanto importante che il dibattito si sviluppi con chiarezza e senza falsità. Servono alcune precisazioni dunque: il Mes esiste dal 2012, non esiste da ieri o attivato l’altro notte come irresponsabilmente hanno dichiarato, e mi spiace devo fare nomi e cognomi, da Matteo Salvini e Giorgia Meloni: non è assolutamente così. Questo governo non lavora nel favore dell’ombra delle tenebre ma guarda negli occhi tutti gli italiani. E’ una menzogna. Falsità e menzogne ci fanno male, perché ci indeboliscono nella trattativa. Avevo fatto un appello alle
opposizioni, ma quello che è successo stanotte rischia di indebolire non il premier Giuseppe Conte o il governo, ma l’intera Italia, perché è un negoziato difficilissimo. Rischiamo di compromettere la nostra posizione».

MES & EUROBOND – Liti nella maggioranza? Conte replica: «Oggi abbiamo raccolto tanto materiale, questo Dpcm è stato complesso, c’erano da sciogliere tanti nodi. Non siamo stati a litigare affatto per il Mes o non Mes. Le forze di maggioranza hanno una grande responsabilità, sono consapevoli che il Mes non è la soluzione per i problemi che stiamo affrontando, non perdiamo tempo a ragionare di Mes. Le proposte ieri messe sul tavolo dell’Eurogruppo sono un primo passo. Il ministro Gualtieri ieri ha fatto un grande lavoro. Ma un primo passo che l’Italia giudica ancora insufficiente. E’ il primo passo per qualcosa di ancora più ambizioso. Bisogna lavorare ancora per costruire qualcosa di più ambizioso come la costituzione di un Fondo finanziato con i famosi eurobond. Il Fondo deve avere una potenza di fuoco proporzionata alle cifre richieste da un’economia di guerra. Il Fondo deve essere disponibile da subito, lo sto dicendo ai miei omologhi europei: se arriveremo tardi sarà insufficiente. Il nostro strumento è l’eurobond, lo riteniamo quello più adeguato e combatteremo fino alla fine per sostenerlo – assicura il presidente del Consiglio – noi continueremo a lavorare nella direzione eurobond. C’è il rischio, lei dice, di non vederli attivati sin da subito -dice Conte rispondendo a un giornalista – se lei ha altre soluzioni le proponga, proponetele. Io quel che posso dire è che l’unica scorciatoia che conosco è andare al Consiglio europeo a lavorare strenuamente, con coraggio e determinazione. Da parte mia, ci sarà tutta».

PATRIMONIALE – Quindi la smentita sulla patrimoniale o sul contributo proposto dal Partito democratico. Conte smentisce l’alleato: «Non ne abbiamo parlato nel governo. E per quanto mi riguarda non è
all’orizzonte».

Sandro Bennucci

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