Confindustria è sempre stata contraria ad appesantire il debito pubblico, ma questa volta è inevitabile, essenziale. Ne va della sopravvivenza del nostro sistema economico, sostiene il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che, come suo solito, parte in soccorso del governo giallorosso.
«Gli stati – sottolinea – usciranno tutti con più debito pubblico. E la parte incrementale del maggior debito dovrà essere pagata con scadenze lunghe, fino a 50 anni. Questo ne permetterà, per ciascuno stato, la sostenibilità. Anche le imprese usciranno da questa fase tutte con più debito che pagheranno. Ma grazie alle garanzie pubbliche, che non comportano immediate immissioni di denaro, le banche potranno fornire loro le risorse necessarie a superare la fase critica dell’emergenza, governare la fase di transizione e poter ripartire. Guido Carli –
ricorda Boccia – diceva che la speranza è un rischio da correre. Oggi dobbiamo chiarirci sulle priorità del Paese e dell’Europa che, come abbiamo già indicato, sono combattere virus e contagio ed evitare che la recessione diventi depressione. La tenuta dei conti è possibile grazie all’allungamento della parte incrementale del debito della quale abbiamo già parlato. Confindustria è stata sempre contraria a un appesantimento del debito pubblico ma farlo per questo nobile fine della salute dei cittadini e della salvaguardia deifondamentali del Paese diventa un elemento essenziale», spiega il presidente di Confindustria.