Coronavirus: in Europa oltre 22mila i morti, nuovo record in Spagna, salgono contagi in Usa

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Il coronavirus dilaga nel mondo con quasi 700 mila casi e oltre 31 mila morti ma è l’Europa che continua a rimanere in cima alla drammatica classifica delle vittime che nel vecchio continente hanno oltrepassato quota 22 mila mentre il lockdown nel quale sono imprigionati piccoli centri e capitali, città e campagne, sembra funzionare a rilento. E la conta quotidiana del numero di morti per ciascun Paese fa crescere l’ansia e offusca la lieve decrescita dell’incremento dei contagi che, sempre in Europa, hanno superato i 358 mila, oltre la metà del totale in tutto il mondo.

Intanto gli Stati Uniti, con più di 125 mila casi diventano il primo Paese per numero di contagi e il maggiore esperto americano di malattie infettive, Anthony Fauci, avverte che negli Usa i morti potrebbero arrivare a 200 mila.

E’ ancora la Spagna, dopo l’Italia, a registrare la situazione più grave in Europa con un nuovo record di morti, 838 in 24 ore, che porta a oltre 6.500 le vittime totali. I casi diagnosticati sono oltre 78 mila ma la curva dei contagi tende lentamente ad abbassarsi. Il numero delle vittime raddoppiava ogni due o tre giorni la settimana scorsa mentre ora il raddoppio avviene ogni tre o quattro giorni. Madrid ha approvato lo stop a tutte le attività non essenziali fino al 9 aprile.

Sale l’allarme anche in Gran Bretagna con il premier Boris Johnson in procinto di spedire ai 30 milioni di famiglie del Regno una lettera nella quale si prefigurano ulteriori restrizioni ai movimenti e si avverte che “le cose peggioreranno prima di migliorare”. Il totale dei contagi da Covid-19 sale a quasi 20 mila e i decessi censiti arrivano a oltre 1.200 anche se l’incremento cala dai più 260 di ieri ai più 209 delle ultime 24 ore. Ci potrebbero volere “sei mesi o più per tornare alla normalità”, ha avvertito la deputy chief medical officer Jenny Harries. E il ministro delle Aree Urbane, Robert Jenrick, ha reso noto che l’intero Paese è in stato di “pronto all’emergenza”, un allerta che nessun governo aveva emesso “dalla seconda guerra mondiale”.

In Francia, oltre 40.000 e oltre 2.600 morti – è deceduto per coronavirus anche un ex ministro, Patrick Devedjian, che fu titolare del dicastero per l’emergenza finanziaria nel 2008 con l’allora presidente Nicolas Sarkozy.

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