Coronavirus: Comitato Ue, ok geolocalizzazione con anonimato

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I dati relativi alla geolocalizzazione delle persone possono essere utilizzati dall’operatore solo se resi anonimi o con il consenso delle persone. Tuttavia la direttiva e-privacy, sulla comunicazione elettronica, consente agli stati membri di introdurre misure legislative straordinarie per salvaguardare la sicurezza e la salute pubblica. Misure eccezionali devono però essere limitate alla durata dell’emergenza. Lo chiarisce in una nota l’European Data Protection Board (EDPB) intervenendo nel dibattito sulla geolocalizzazione delle persone apertosi in seguito alla necessità, determinata dall’emergenza coronavirus, di controllare le celle telefoniche per evitare o intervenire in caso di affollamenti o spostamenti non consentiti.

Le autorità pubbliche dovrebbero in primo luogo cercare di elaborare i dati sulla posizione in modo anonimo (ovvero elaborare i dati aggregati in modo tale che le persone non possano essere nuovamente identificate) spiega la comunicazione di EDPB. Le soluzioni meno invasive dovrebbero sempre essere preferite, tiene a precisare l’EDPB, considerando lo scopo specifico da raggiungere e il principio di proporzionalità.

Questo principio afferma dunque che le Forze dell’ordine scatenata da Lamorgese e i vigili urbani in borghese sguinzagliati da Nardella a caccia di reprobi non possono utilizzare i tracciamenti per seguire ciascuno di noi negli spostamenti, ma solo individuare le zone dove ci sono le più grosse aggregazioni di persone. Che normalmente sono le code per la spesa ai supermercati, fra le poche permesse dai rigidissimi diktat di Conte.

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