E’, quella di oggi 15 marzo, una delle domeniche più difficili dalla fine dellla seconda guerra mondiale. Intanto ripeto subito l’impegno irrinunciabile: #iorestoacasa. E’ vero, ci sono state varie emergenze che hanno costretto l’Italia a cambiare abitudini e ad adattarsi: ricodo, per esempio, le domeniche a piedi del 1973, durante la crisi petrolifera, quando il governo, allora guidato dal democristiano Mariano Rumor, decise di fermare il Paese almeno un giorno la settimana per risparmiare energia, soprattutto carburante. Artemio Franchi, presidente della Federcalcio, salvò il calcio e anche buona parte del sistema economico legato al turismo, proponendo, con successo, che si potesse almeno circolare su bus privati. Tutti in gruppo. Poi ci sono state le calamità naturali, tipo alluvioni e terremoti. Mai però un nemico invisibile, e micidiale, come quello che stiamo combattendo adesso. Un nemico che, nonostante sia subdolo e molto aggressivo, alla fine sarà sconfitto. E l’Italia intera si riprenderà le sue domeniche, le sue tradizioni, il suo sport, la sua gioia di vivere.
Ce la faremo: perchè siamo l’Italia e perchè siamo noi che, com’è stato giustamente sottolineato in questi giorni, sappiamo dare il meglio nei momenti difficili e addirittura tragici. L’esempio che conosco bene, e che mi piace ricordare spesso, è la straordinaria volontà di rinascere mostrata da Firenze e due terzi della Toscana dopo l’alluvione del 4 novembre 1966. Facemmo da soli, con uno Stato che arrivò dopo diverse settimane, quando il più era fatto, grazie anche al forte richiamo che un grande giornalista, Enrico Mattei, seppe lanciare a quei palazzi romani troppo spesso distratti o pasticcioni. Anche questa volta ci sono molte cose che si potrebbero rimproverare al governo, in particolare il ritardo in decisioni che, se prese nel momento giusto, avrebbero potuto limitare di parecchio i danni. Ma questo non è ancora il tempo delle accuse e delle polemiche: questa è la domenica nella quale manifestare impegno e forza di volontà, in particolare nello stare a casa. Ricordando che, davvero, siamo un grande Paese: come ci ricorda questo video che gira sui social e che io ho avuto da un caro amico, Carlo Gattai, già consigliere regionale della Toscana e ora illuminato componente del consiglio direttivo dell’Associazione Stampa Toscana. Sì, caro Carlo, ricordiamoci che siamo l’Italia. E che, sicuramente, andrà tutto bene.
Sandro Bennucci
