Coldiretti contro regione Toscana: la burocrazia spegne il sogno di 2 giovani su 3

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Una stretta contro la burocrazia che spegne il sogno di migliaia di giovani che vogliono lavorare in campagna, il moltiplicarsi dei cinghiali e la necessaria strategia di promozione del sistema agroalimentare toscano sono stati i temi al centro dell’incontro tra il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi, accompagnato dal direttore regionale Angelo Corsetti, con l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Remaschi. «La burocrazia in Toscana ha spento il sogno di quasi 2 giovani toscani su 3 che hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura con progetti imprenditoriali proprio per quanto riguarda le domande presentate e ammesse a finanziamento solo il 23% è stato effettivamente pagato, con le conseguenti difficoltà per chi ha già effettuato gli investimenti e rischia ora di trovarsi ‘scoperto’ dal punto di vista finanziario. Il risultato è la perdita di un potenziale di mezzo miliardo all’anno di valore aggiunto che le giovani imprese avrebbero potuto sviluppare. Siamo di fronte – ha chiarito – a un vero spread per la competitività delle imprese toscane che va recuperato con la semplificazione e la sussidiarietà. Lo snellimento delle procedure con la semplificazione, il dialogo tra le amministrazioni e l’informatizzazione è insieme alla trasparenza dell’informazione ai consumatori il miglior investimento che può fare il Paese per sostenere la crescita».

Sul tavolo di discussione anche la vertenza della fauna selvatica, con gli ungulati più che raddoppiati negli ultimi dieci anni, ricorda Coldiretti Toscana, con una stima dei danni in campagna che supera i 4,5 milioni di euro. «Negli ultimi anni, le popolazioni di cinghiali hanno guadagnato terreno rispetto alla presenza umana – ha ricordato il presidente Filippi – mettendo a rischio il patrimonio agroalimentare e zootecnico conservato nel tempo dalle oltre 40mila imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. Un tesoro messo a rischio dall’avanzata dei cinghiali che sempre più spesso in queste aree si spingono fin dentro i cortili e sugli usci delle case, scorrazzando per le vie dei paesi o sui campi, nelle stalle e nelle aziende agricole».

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