La ministra Azzolina esalta la didattica a distanza ma Anief frena, ci sono problemi da superare

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La loquace ministra Azzolina non cessa di esternare a raffica e afferma in merito all’insegnamento a distanza: «Per tutta la comunita’ scolastica si e’ aperta una fase moltoimpegnativa. Per i docenti, per tutto il personale scolastico, pergli studenti che sono il cuore della nostra attivita’ e,naturalmente, per le famiglie – aggiunge -. Io mi sento di ringraziare tutte le persone coinvolte, direttamente o indirettamente, da queste misure. Di ringraziarle per quanto hanno gia’ fatto in questi giorni di incertezza e per quanto sapranno fare nei prossimi. Perche’ conosco da vicino il mondo della scuolae so che sapra’ dimostrare tutto l’orgoglio di far parte di una grande comunità. Abbiamo lavorato da subito ad un’accelerazione del programma dididattica a distanza. In mezzo a tante difficolta’ puo’rappresentare una grande opportunita’. E’ una sperimentazione del presente che potra’ lasciarci un patrimonio di esperienze importante per il futuro».

Anief, sindacato della scuola, frena gli entusiasmi della ministra e avverte: «A questo punto, diventa indifferibile la necessita’ di attivare interventi di didattica a distanza (DaD) per garantire il diritto all’istruzione degli studenti. I docenti sono pronti a fare laloro parte purche’ si tenga la barra dritta sul rispetto delle norme e si eviti il rischio del digital divide, concreto se pensiamo che non tutte le famiglie hanno a disposizione connessioni, computer o tablet. Purtroppo il percorso di implementazione della didattica a distanza, pur considerando la presenza di buone pratiche in alcune realta’, registra nel nostro Paese una situazione di generale ritardo con cui sara’ necessario fare i conti. In questo quadro,l’unica stella polare da seguire, per ANIEF, e’ quella del rispetto delle norme di legge e, soprattutto, di quelle contrattuali onde evitare di aggiungere confusione in un frangente in cui servono fermezza e idee chiare», sottolinea ANIEF, che pero’ non condivide il cambio di impostazione segnatodal nuovo DPCM del 4 marzo 2020 “con cui viene messo in capo ai dirigenti l’obbligo di attivare la DaD senza, pero’, indicare nulla in merito al necessario coinvolgimento dei docenti nellescelte operative da adottare. «Se e’ vero che ci troviamo indubbiamente in una situazione inedita e per molti versi emergenziale, non e’ assolutamente accettabile che si decida di sospendere il coinvolgimento degli organi deputati alla gestione collegiale della scuola. Basta rivederne temporaneamente le forme e le modalita’ di riunione».

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